L’economia rallenta e nei prossimi mesi e anni sarà peggio.
L’Italia è uno dei Paesi cresciuti di più negli anni passati, come ha analizzato Marco Fortis più volte. Dopo il Covid quasi tutti i paesi del G7 hanno immesso nel mercato una grande quantità di denaro pubblico. Anche l’Italia, col Superbonus soprattutto, ma Usa e Germania e Francia ancora di più. Molto di più.
La crescita italiana degli ultimi anni, superiore alla media europea, superiore a quella di Francia e Germania, dipende, fondamentalmente dall’incrocio di 4 fattori: Superbonus( gli investimenti nelle costruzioni sono cresciuti del 62%) e Pnrr; Industria 4.0( gli investimenti dei macchinari e nell’innovazione sono cresciuti oltre il 10%); il Job Act che ha ridotto di molto la paura di assumere;
la forza straordinaria delle medie imprese italiane che vanno anche senza lo Stato e nonostante l’iper burocrazia dello Stato, ma che in questi anni hanno saputo cogliere anche l’opportunità delle politiche espansive degli Stati. Non solo quello italiano, ma anche di quelli esteri, perché le imprese italiane hanno una grande capacità nelle esportazioni, sanno cogliere le opportunità nel mondo.
Bene, tutto questo sta per andare in crisi.
Finiti gli aiuti statali ci rimane lo Stato.
E a noi italiani rimane uno degli Stati più pesanti del mondo. E uno dei sistemi politici più deboli nel mondo occidentale.
Un sistema organizzato in curve ululanti.
Bipopulista.
Dove vive la legge del tutto e il contrario di tutto.
Il superbonus era una buona idea, ma sbagliata nella sua costruzione: 110 era troppo, bastava 80/90 e gran parte delle distorsioni del mercato si sarebbero sciolte. Far entrare le banche e’ stato un errore, non si può trasformare la carta in moneta, bastava tenere il sistema virtuoso di prima: il credito poteva essere scontato solo dalle aziende coinvolte nella filiera delle opere.
Ma l’Italia che fa? Tutto o niente. Corregge? No abbatte. Il tutto, il troppo, produce crescita e distorsioni, nel niente rimarranno lo Stato iper burocratico, il crollo degli investimenti, le distorsioni provocate dalle leggi fatte male dallo Stato.
Di più. Lo Stato adesso si vendica.
Verso chi ha riqualificato la sua casa, verso le imprese che l’hanno qualificata.
Perché prima il populismo di una parte ha prodotto le distorsioni, poi il populismo dell’altra parte combatte le distorsioni con nuove distorsioni.
Tutto, troppo, o niente, meno di niente.
Così si va a picco.