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  • Balotelli: “Milan, obbedisco. E torno in Nazionale: lo devo a mio padre”

    Mario Balotelli ANSA / MATTEO BAZZI

    Se è già pronto per giocare dopo tante partite viste solo da fuori lo stabilirà Mihajlovic, certo che a vederlo da vicino Mario Balotelli sembra tirato a lucido come ai tempi in cui a Varsavia mostrava i muscoli dopo i gol alla Germania. Era il 28 giugno del 2012. Cinque mesi dopo il Time gli avrebbe dedicato la copertina dell’edizione internazionale (dal titolo The Meaning of Mario) e dopo ancora lo avrebbe inserito nella lista dei 100 nomi più influenti del pianeta. Sport Illustrated nell’agosto del 2013 lo presentava come the most interesting man in the world. Sembra una vita fa e sono passati solo alcuni anni. Dall’altare alla polvere che neanche Napoleone… Ma Balo is back, again. Non si nasconde, recita il mea culpa, si volta indietro e ammette sbagli e errori, spiega quanto è cambiato. Ma poi rilancia. Perché, dice “c’è stato un Mario ragazzo e ora c’è un Mario uomo”. Il passato va ricordato per non sbagliare più, ma il futuro non si vede da uno specchietto retrovisore. E allora è giusto girare nuovamente pagina e guardare avanti. “Come mi sento? Come uno che ha appena messo da parte il primo tempo della sua carriera. Giocata e vissuta da ragazzo. Non tutto è andato bene, ho sprecato diverse occasioni. Ma la partita non è finita… Ho ancora un secondo tempo davanti. Ora me lo gioco e vivo da uomo. Lo so che molti non credono alla mia rimonta. Ma ho il dovere di provarci. E la certezza di riuscirci”. Boom, riecco Balo lo spaccone? Spetterà a lui fugare i dubbi leciti, eppure guardandolo negli occhi non ci leggi più arroganza e strafottenza, ma solo convinzione. D’altra parte impossibile pensare di trovarsi davanti un gattino spaurito che abbassa lo sguardo. Mario non lo è mai stato e non lo sarà mai. Ma si può ripartire con umiltà senza perdere carattere e orgoglio. Perché non c’è nulla di male nella convinzione, se è accompagnata dalla voglia di sacrificarsi, di rimettersi a disposizione, di recuperare il tempo perduto. Mario gonfia ancora il petto, ma per evitare che si sgonfi definitivamente la carriera.

    Fonte: LA GAZZETTA DELLO SPORT