Si raccontano, rispondono a tutte le domande in un clima particolarmente cordiale. I due candidati del governo alla presidenza di Banca Centrale, Catia Tomasetti e Giacomo Neri, ieri si sono presentati in Commissione Finanze. Non ha presentato un proprio candidato, invece, l’opposizione. «Non crediamo – ha spiegato il segretario della Democrazia Cristiana Giancarlo Venturini – che ci siano serie possibilità di prendere in considerazione un nominativo dell’opposizione e quindi non intendiamo bruciare dei professionisti». La prima a prendere la parola è stata Tomasetti, 53 anni, avvocato, specializzata in operazioni di finanza di progetto, ristrutturazioni, finanziamenti e di diritto bancario. E’ lei a raccontare il primo contatto con la Repubblica. «Ho ricevuto la chiamata del segretario di Stato – spiega – qualche mese fa, credo su indicazione di politici italiani. Personalmente con la politica avuto sempre rapporto particolare. Sono nata a Rimini e mio padre aveva un ruolo in quello che era il partito comunista e le sue declinazioni e me ne sono tenuta sempre lontana. Poi sono entrata in finanza». Poi su Banca Centrale. «E’ VERO che Bcsm si troverà nei prossimi 24 mesi ad affrontare questioni complesse – dice – ma è forse una delle poche banche centrali indipendenti dei Paesi europei». Tante le domande rivolte a Tomasetti, proprio come a Neri – 55 anni, professore di strategia e politica aziendale alla Cattolica di Milano – che prende la parola successivamente. «Condivido in larga parte quanto scritto dal Fondo Monetario – spiega – ma non tutta la parte che riguarda Banca Centrale. La tipicità è che l’azionista di riferimento è pubblico. L’indipendenza è un dato di fatto, rimarca, ma non può non esserci una funzione forte di raccordo perché da questa sorta di acefalità di controllo di Bcsm sono derivati problemi significativi». E INTANTO la prossima settimana, precisamente nella giornata di martedì, il tema della presidenza di Banca Centrale varcherà le porte del Consiglio grande e generale. In Aula è atteso il dibattito sulle dimissioni dell’ex presidente di Bcsm Wafik Grais, ufficializzate nel settembre scorso. I riflettori si accenderanno anche sul Fondo Monetario, con il riferimento di Simone Celli sulla partecipazione agli Spring Meetings di Washington. Il Resto del Carlino
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