
Tutte le navi in viaggio sono state fermate nel primo porto utile o nel primo che ha accettato che la nave si fermasse. Hanjin è tra l’altro considerato uno dei punti di riferimento per i container reefer utilizzati per il trasporto di frutta. Impossibile sapere quanta merce deperibile sia attualmente ospitata nelle navi ma tra danni attuali, diatribe e necessità di riorganizzare i prossimi trasporti, le conseguenze sul piano logistico saranno prevedibilmente pesanti.
A Genova sono intanto 89 i lavoratori che hanno il futuro incerto: ieri nella sede di Assagenti (l’associazione di categoria degli agenti e dei mediatori marittimi) si è tenuta una riunione interlocutoria con i sindacati e i vertici di Hanjin Italia.
La compagnia ha intrapreso azioni legali negli Stati Uniti e farà istanza in una decina di altri Paesi, dal Canada al Regno Unito, per proteggere le proprie navi e altre attività dalla confisca dei creditori. Il motivo del crac? C’è chi lo imputa ai continui prezzi al ribasso per le spedizioni. Un “inabissamento” che suona come un campanello d’allarme.
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