BANCHE. AMATI (CS): “CONTRO DI NOI UN’AZIONE DI GUERRA”

BANCHE. AMATI (CS): “CONTRO DI NOI UN’AZIONE DI GUERRA”

‘OBIETTIVO: IMPEDIRE TRATTATIVA CON ISTITUTO BRASILIANO’

Non un commissariamento, ma una vera e propria “azione di guerra” e’ stata avviata contro il Credito Sammarinese. Si sfoga Lucio Amati, presidente dell’istituto finito nel mirino della magistratura sammarinese a seguito dell’arresto dell’ex direttore, Valter Vendemini, e di Banca Centrale, che l’ha commissariata, facendole chiudere i battenti da ormai due giorni interi. Interpellato sugli ultimi sviluppi del tornado che ha travolto la sua banca, Amati si dice molto addolorato delle dichiarazioni rilasciate ieri sulla vicenda dai rappresentanti dell’esecutivo.      In particolare, bruciano le parole del segretario di Stato per le Finanze, Pasquale Valentini, che “sembrano ricalcare in toto le argomentazioni usate da Banca centrale contro di noi”. Di fatto, in via del Voltone “non ci hanno mai perdonato- chiarisce Amati- di averli portati davanti ai magistrati e di avere vinto”.

Il presidente si riferisce al ricorso dell’istituto contro la precedente richiesta di commissariamento, che risale al maggio 2010, vinto poi in tribunale. Dito puntato quindi contro “una ricostruzione univoca che non tiene conto di diverse situazioni”, lamenta il numero uno di Cs. “La condizione della mia banca non e’ infatti dissimile da quella dell’intero sistema sammarinese”, provato negli ultimi anni dalla cosoddetta aggressione dell’Italia, da una campagna mediatica negativa e dallo scudo fiscale. Il Credito sammarinese “non ha santi in paradiso- prosegue- e il sistema non l’ha mai sostenuto”. Amati si riferisce agli aiuti mancati verso il suo istituto: “Per sostenere la liquidita’ delle banche- chiarisce- l’Iss distribuisce 300 milioni di euro di fondi  ai vari istituti di San Marino”, ma di questa somma “la mia banca non ha avuto un solo euro, mentre la quota piu’ ampia e’ stata data a due soli istituti”.  Amati non digerisce poi le modalita’ con cui e’ stato condotto il commissariamento: “Molti aspetti lasciano perplessi- puntualizza- se fossimo stati in un covo di malviventi, il trattamento non sarebbe stato diverso”, perche’ “clonare quaranta computer, perquisire uffici e le auto dei dipendenti pare piu’ un’azione di guerra”. E la stessa nomina di Maurizio Faraone, capo dell’Interpol di San Marino, “risponde all’esigenza di voler creare un clima di guerra”, ribadisce il presidente. Mentre piu’ adatta sarebbe stata la nomina di una figura preparata in tematiche di operazioni bancarie. In definitiva, “e’ stato tutto un gran teatrino con un fine semplice, quello di spiegare l’inspiegabilita’ del commissariamento”.
A monte, ci sarebbe un disegno preciso, sostiene Amati: “L’obiettivo finale di tutto e’ che la mia banca non vada ai brasiliani, ma a chi e’ gia’ stata assegnata, in barba alle trattative in corso”. Infatti, il terremoto e’ avvenuto in un momento molto delicato per il piccolo istituto: a fine giugno si e’ conclusa la cessione del 50,1% delle quote societarie in capo allo stesso Amati al nuovo acquirente, il Banco di Rio de Janeiro, primo istituto brasiliano ad approdare a San Marino. E proprio ieri lo stesso segretario di Stato per le Finanze ha smentito l’esistenza di un accordo formale tra i due istituti.
“Il governo faccia il governo- replica Amati- le trattative tra banche le lascino fare ai banchieri”. Infine, si toglie un ultimo sassolino dalla scarpa: “Le sentenze della magistratura non si chiamano intrusione- corregge Valentini- la legge vale anche per Bcsm”. Il ricorso a quella parola, per definire la vittoria in tribunale di Cs contro Banca centrale “e’ stata una caduta di stile non degna della cultura e dell’intelligenza del segretario di Stato”.

Della Torre 1