La ICBC, Industrial and Commercial Bank of China è la banca più redditizia del mondo. Nel 2009 i suoi utili sono stati di 19 miliardi di dollari, tre volte quelli della Bank of America.
Eppure, nonostante la ICBC sia presente a New York con uffici a Manhattan (vi si è insediata nell’ottobre 2008, guarda caso proprio quando il sistema finanziario mondiale andava verso il collasso), questa banca resta sconosciuta agli americani, la notorietà del suo marchio è quasi inesistente. Proprio come un “dragone accovacciato” in attesa di mostrarsi, il colosso del credito cinese vuole passare inosservato e tener nascosta la sua forza.
Negli Stati Uniti è in corso una silenziosa e sistematica invasione da parte delle banche cinesi. Quando avranno invaso la piazza finanziaria americana molti si chiederanno “e questi da dove sbucano?” ma sarà tardi per reagire. Chi invece nella classe dirigente statunitense si è accorto di questa vera e propria avanzata pare rassegnato; i cinesi sono ovunque e il loro dominio è inarrestabile, opporsi non serve a nulla.
La presenza delle banche cinesi (che hanno tutte il governo di Pechino come azionista di controllo) è tollerata ma non suscita molte simpatie; c’è chi ritiene che “i cinesi non dureranno” e c’è chi si dice sicuro che fra qualche anno salteranno in aria e torneranno in Cina, magari a causa dello scoppio di una bolla speculativa alla Borsa di Shanghai o sul mercato immobiliare di Pechino.
Per il momento gli Stati Uniti non hanno alternative a questa invasione del loro settore finanziario, perché vi è grande bisogno di acquirenti stranieri per i Treasury Bonds, i titoli del debito pubblico americano e non di rado le banche cinesi fanno grossi prestiti milionari alle aziende. Una delle sue operazioni più importanti, la ICBC l’ha realizzata per il gruppo Ge Capital, filiale finanziaria della General Electric, che durante la crisi economica aveva dovuto ricorrere agli aiuti del governo di Washington. La Ge Capital ha potuto liberarsi dal debito contratto con lo Stato tramite un prestito di 400 milioni di dollari ricevuto dalla cinese ICBC.
A causa delle riforme presentate da Barack Obama e dibattute in Congresso, sulla finanza di Wall Street grava un futuro incerto ma questo non sembra preoccupare le banche cinesi. Al contrario, i loro bilanci sono usciti relativamente indenni dai due anni di recessione, anche se è probabile che non sempre si tratti di bilanci affidabili e veritieri.
La ricchezza di mezzi consente alle banche cinesi di offrire prestiti all’industria americana proprio mentre i banchieri statunitensi sono diventati prudenti nell’erogare crediti. Per le aziende che necessitano di finanziamento, gli uffici delle filiali bancarie cinesi sono sempre aperti. Oltre alla General Electric, fra i suoi clienti la ICBC ha il gruppo informatico texano Dell, il gigante della logistica Ups, la compagnia aerea Southwest Airlines e la Harvard University.
(Fonte: La Repubblica.it)