La trasparenza e il rapporto con l’Italia prima di tutto, a chiederlo sono le banche. Nessun’altra ricetta per il futuro del sistema sammarinese è emersa dal convegno organizzato sabato dalla Cassa di risprmio. Gli attori del comparto a confronto: Leone Sibani, presidente Carisp, Tito Masi, presidente Fondazione Carisp, Mario Giannini, direttore di Banca Centrale, Pier Paolo Fabbri, presidente dell’Associazione bancaria sammarinese, Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze. Insieme a loro, Roberto Mazzotta, presidente di Sopaf, grande protagonista della vicenda Delta insieme a Carisp.
L’unico punto fermo emerso dal dibattito è quello della trasparenza e a chiederlo sono le banche stesse. Trasparenza a livello internazionale, per superare lo stallo die rapporti con l’Italia e le difficoltà con il mercato finanziario globale. Ma anche trasparenza interna, che si traduce in regole chiare. Gli operatori del settore lo chiedono a gran voce alla politica. A rispondere è il segretario Valentini, secondo cui “il futuro è già nelle azioni del presente: negli interventi normativi attuali, nel rafforzamento di Banca Centrale e nell’allineamento agli standard internazionali”.
È Masi a tirare in ballo invece gli sbagli del passato, che non vanno ripetuti in un sistema che dovrà vedere nuovi servizi, nuove professionalità e una ristrutturazione. Che per molti è sinonimo di riduzione del numero degli operatori. Ma a non tutti piace quest’idea, primo fra tutti il presidente di Abs Pier Paolo Fabbri, secondo cui “sarà il mercato a decidere, altrimenti verrà vanificato il lavoro fatto finora”. Insomma, nessun accorpamento imposto dall’alto per limitare il numero di banche e finanziarie e placare i timori internazionali sull’espansione della piazza finanziaria sammarinese. Ipotesi ben vista invece proprio dalla Cassa di risparmio che, nelle parole di Masi e Sibani della settimana scorsa, si era candidata come attore di primo piano di eventuali fusioni, pur senza “colonizzare il settore”, aveva specificato Masi. Priorità assoluta rimane comun- que per tutti la normalizzazione del rapporto con l’Italia. Nessun accenno a una normativa per lo scambio automatico d’informazioni, argomento trattato però lo scorso venerdì dal governo nell’incontro con gli industriali. In quell’occasione, hanno assicurato i vertici di Anis, il congresso di Stato ha preso l’impegno di presentare un progetto di legge che regoli lo scambio sulla base dell’articolo 26 del modello Ocse. Anche per gli industriali, che hanno presentato una serie di richieste all’esecutivo, la priorità assoluta è la risoluzione del contenzioso con i vicini di casa. Che continua a rimanere un nodo e sembrano non intravedersi soluzioni in tempi brevi.
smoggi