Se non fossimo a San Marino potrebbe sembrare una scena tipica da manifestazione di piazza durante le proteste per il G8, ecc… Invece siamo in Repubblica, dove cose di questo genere non si sono mai viste in tempi recenti. Dove una protesta con toni così sopra le righe è decisamente l’eccezione.
Al di là delle interpretazioni, delle voci contrastanti, delle recriminazioni, delle rivendicazioni, delle varie dichiarazioni da una parte e dall’altra, c’è un aspetto che va tenuto ben presente e cioè che i toni sono montati fino a superare i livelli di guardia.
Questo è un segnale che va capito, compreso e su cui bisogna riflettere. Sarebbe troppo facile tacciare una protesta del genere solo come frutto della fomentazione da parte di qualcuno o di qualche categoria. Lo scontro sociale ora è iniziato e non lo si può ignorare, sminuire o trascurare. E se gli eccessi della protesta vanno giustamente sedati e ammoniti e i responsabili di atti contrari alla legge anche puniti. Dall’altra parte, chi ha responsabilità di governo e di maggioranza deve assolutamente comportarsi con meno rigidità ed aprirsi al dialogo vero e costruttivo. Non è possibile esaurire le forze per confrontarsi all’interno delle numerose correnti e dei partiti del Patto e arrivare poi inflessibile agli incontri successivi con minoranza, categorie economiche e sociali.
Con l’arroganza, anche chi ha ragione passa dalla parte del torto. Sia chi ha delle giuste rivendicazioni. Sia chi si chiude e non accetta il dialogo o chi neppure di sedersi a fianco di chi sta protestando con lui. Sia di chi non ha capito che è ora di smettere di parlare in politichese e di ascoltare la popolazione reale. Dopo l’Arengo e Rovereta, ora siamo vicini a…