Batosta per Scholz a Berlino, sconfitta la sindaca Spd

La città “povera ma sexy” di un sindaco icona come Klaus Wowereit sembra davvero un lontano ricordo e i berlinesi consegnano una vera batosta al cancelliere Olaf Scholz. Bastione rosso per oltre due decenni, la capitale tedesca sceglie di cambiare e regala una vittoria clamorosa ai conservatori della Cdu, i quali però non hanno ancora la garanzia di poter effettivamente governare.
    “Berlino ha scelto il cambiamento”, ha esultato Kai Wagner, candidato dei cristiano-democratici, il quale punta adesso al mandato da primo cittadino con un esito definito “fenomenale”.
    Col 28,1% delle preferenze (stando alle proiezioni diffuse in serata dalla Zdf) la Cdu cresce di 10 punti rispetto alle urne del 16 settembre del 2021. Quel voto fu annullato dalla magistratura a causa dei molti seggi che finirono in panne, in un’elezione segnata dal caos e dall’indignazione generale. E i dati di questa domenica, in cui sono stati di nuovo chiamati a pronunciarsi 2,4 milioni di berlinesi, sembrano presentare il conto anche per quella esclatante disavventura elettorale.
    L’Spd della sindaca uscente Franziska Giffey mancherebbe addirittura il secondo posto (seppure per poco) con un 18,2% a fronte dei Verdi di Bettina Jarash, dati al 18,3%, e finora in quota di minoranza nel governo cittadino. “Non è il primo posto e non sappiamo ancora se sarà il secondo”, ha detto la Giffey prendendo la parola già dopo i primi exit poll. “Dobbiamo dire che la Cdu è chiaramente il partito più forte e dobbiamo vedere cosa significherà per noi. Il nostro obiettivo è e resta essere il partito più forte in questo Land”. Tuttavia, Berlino ha bisogno di una “coalizione di governo stabile”, è stata l’aggiunta di una politica estremamente tenace, che non si diede per vinta neppure dopo le accuse sul plagio della tesi di dottorato, quando lasciò il dicastero della Famiglia nel governo Merkel, lanciandosi immediatamente nella corsa per la capitale.
    Nei prossimi giorni c’è da aspettarsi una difficile trattativa fra i partiti, per arrivare a mettere in piedi quel “governo stabile” da tutti invocato a poche ore dalla chiusura del voto. Stando alle proiezioni, la sinistra della Linke avrebbe ottenuto il 12,5% e potrebbe collaborare a formare un esecutivo in una squadra con Spd e Verdi. Un buon risultato arriva anche all’ultradestra di Afd, con il 9,3%. Mentre i liberali sono a rischio, con un 4,8% che li dà sotto la soglia del 5 prevista per l’ingresso nel parlamentino regionale.
    Il voto bis dei berlinesi indebolisce certamente il cancelliere Scholz e il suo ministro delle Finanze Christian Lindner, leader dei liberali, da tempo in ribasso nei sondaggi e alle amministrative. È però un voto dato su questioni molto locali: Berlino ha un problema di gestione dei tanti rifugiati (anche gli ucraini) che puntano al richiamo della capitale. E i problemi posti dall’accoglienza si riflettono nelle scuole, a corto di insegnanti e alle prese con la sfida dell’integrazione di tanti bambini che non parlano bene il tedesco. Anche l’impasse elettorale di 16 mesi fa va sul conto dei socialdemocratici, che guidavano la città in quella fase. La sindaca Giffey non ne è responsabile, e ha avuto poco tempo per dimostrare di poter fare meglio, fronteggiando pandemia e crisi energetica. Ma i berlinesi hanno premiato l’avversario Kai Wagner, che ha promesso di voler “far finalmente funzionare” la capitale. 
   


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