La Corte d’Assise d’Appello di Milano che ha confermato la pena dell’ergastolo per Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Pac, ha stabilito anche che la pena nel suo caso non è ostativa alla richiesta di benefici. Da quanto si è saputo, avendo già scontato come ‘presoffertò 6 anni e mezzo circa, l’ex terrorista dei Pac potrà richiedere benefici, come i permessi premio, già tra 3 anni e mezzo circa dopo che avrà scontato complessivamente dunque 10 anni di carcere. La Corte d’Assise d’Appello, che ha rigettato la richiesta della difesa di Battisti di commutazione della pena dall’ergastolo a quella di 30 anni di reclusione, in accordo con la proposta del sostituto pg Antonio Lamanna, spiega che se l’ex terrorista Pac avesse voluto far valere l’accordo di estradizione italiano-brasiliano «non avrebbe dovuto allontanarsi volontariamente dal Brasile e non avrebbe dovuto opporsi alla conclusione della procedura estradizionale con la sua consegna all’Italia» dal paese sudamericano. I giudici, pur confermando il carcere a vita, lasciano però aperto uno spiraglio e spiegano che a Battisti non è «applicabile il regime ostativo» previsto dalle norme e «potrà godere dei benefici penitenziari, in virtù di una progressione trattamentale, che è diretta attuazione» del principio costituzionale «della funzione rieducativa della pena anche per i condannati all’ergastolo», come ribadito da una recente sentenza della Consulta. Il primo tra i benefici di cui potrà godere l’ex militante dei Pac, ora in carcere in Sardegna, sarà la liberazione anticipata «ai fini del calcolo del termine per poter chiedere permessi premio e misure alternative alla detenzione, avendo riguardo anche ai periodi di custodia cautelare espiata all’estero». Ma su questo capitolo dovrà decidere la magistratura di sorveglianza. Leggo.it
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