Bce alza i tassi di mezzo punto al 3%. A marzo saliranno di altri 50 punti base

La Bce ha deciso di alzare i tassi d’interesse di mezzo punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 3%, quello sui depositi al 2,50%, e quello sui prestiti marginali al 3,25%.  E, in considerazione della pressione dell’inflazione, il consiglio direttivo intende aumentare i tassi di altri 50 punti base al prossimo meeting a marzo. Lagarde non esclude, poi, altri rialzi dopo marzo.  

 “No, no, no”:  così ha risposto sull’ipotesi che, dopo un terzo rialzo consecutivo dei tassi d’interesse anticipato per il mese di marzo, la Banca centrale europea possa aver terminato con la stretta sul costo del denaro. 

L’attività economica nell’area euro, nonostante la crescita dello 0,1% nel quarto trimestre 2022, “è rallentata notevolmente e ci aspettiamo resti debole nel breve termine”, ha detto Lagarde, indicando nell’incertezza politica, nella guerra e nell’alta inflazione i fattori che continueranno a frenare la crescita, prima di una successiva ripresa. 

I rischi per lo scenario d’inflazione sono diventati “bilanciati”, ha affermato la presidente della Bce, abbandonando l’espressione, usata fino al Consiglio direttivo di dicembre, secondo cui tali rischi erano “al rialzo”. La Bce ha anche rivisto i rischi per la crescita economica, portandoli a “bilanciati” da “al ribasso”. 

Gli aiuti dei governi per proteggere l’economia dagli aumenti dei prezzi dell’energia – secondo Lagarde – dovrebbero essere “mirati e incentivare a consumare meno energia”. E “ora che diventa meno acuta la crisi energetica, è importante cominciare e ridurre le misure” di sostegno, perché le misure che “non rispettano questi principi, creano pressioni sull’inflazione e questo richiede una risposta di politica monetaria più forte”. 

 Lagarde ha spiegato che dopo marzo andranno valutati i dati economici.  Nessuno deve dubitare, ha sottolineato, della determinazione della Bce a riportare l’inflazione al 2%.

I MERCATI

 Seduta in deciso rialzo per le Borse europee che scommettono sull’avvicinarsi della fine del ciclo rialzista della Bce, a cui mancherebbero 50/100 punti base per arrivare al picco dei tassi.

“Sembra evidente che il picco del ciclo dei rialzi sarà nella fascia tra il 3 e il 3,5% per il tasso di deposito della Bce. Ma è difficile avere una visione precisa al momento”, commenta Sylvain Broyer, capo economista Emea di S&P Global Ratings. Francoforte ha terminato le contrattazioni in progresso 2,16% a 15.509 punti, Parigi ha chiuso in rialzo dell’1,26% a 7.166 punti mentre Londra è salita dello 0,76% a 7.820 punti.

Wall Street procede in territorio sostanzialmente positivo con il Nasdaq in volata del 3,10% a 12.182,95 punti e lo S&P 500 che avanza dell’1,36% a 4.174,41 punti. Il Dow Jones invece arranca e perde lo 0,30% a 33.987,72 punti. 

Crollo dei rendimenti dei titoli di Stato italiani nel giorno della Bce, con gli investitori che scommettono sull’avvicinarsi della fine del ciclo rialzista e su un tasso terminale compreso tra il 3 e il 3,5%. Lo spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi si è chiuso di 18 punti base, a quota 182, mentre il rendimento del decennale italiano si è inabissato di 39 punti, al 3,89%, in un contesto di cali a due cifre per tutti i bond sovrani dell’Eurozona. Per il rendimento del Btp si tratta del crollo maggiore da marzo 2020


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