Riforma fiscale al centro della discussione del Paese. Il Governo ha presentato la sua proposta che subito ha scatenato i rilievi del sindacato che la contesta in radice. Il Coordinatore della Segreteria di Stato alle Finanze, Luca Beccari, risponde sugli aspetti più contestati a Fixing.
Il sindacato afferma che per uno stipendio lordo di un lavoratore dipendente pari a 2.000 euro, attualmente il netto in busta paga è di 1.851 euro.
Secondo le ipotesi di riforma del Governo per lo stesso stipendio lordo di 2.000 euro il netto in busta paga si abbasserebbe a 1.560 euro. E’ vero?
“Non è un’ipotesi realistica ed è stata fatta un po’ di confusione. Noi abbiamo illustrato delle linee guida e proposto degli esempi puramente indicativi che non tenevano conto delle ritenute mensili, di aliquote, degli scaglioni. Erano mere trasposizioni di nuove ipotetiche regole sulle base dei dati 2008. Quindi è assolutamente prematuro fare questi calcoli. Non abbiamo fatto nessuna ipotesi sui volumi. Questa ipotesi di aggravio di 300 euro, quasi il 18-19% – scandisce Beccari – è lontanissima dalle nostre intenzioni, soprattutto su quelle fasce di reddito. A noi soprattutto preme un concetto: per i lavoratori dipendenti, la riforma vuole focalizzarsi sulla politica sociale. In termini fiscali, a San Marino, è invece solo confinata alle detrazioni soggettive. I 100 euro per i figli a carico, per intenderci. Sostanzialmente non si differenziano i contribuenti nello loro diverse tipologia. L’altro aspetto importante: le detrazioni, gli abbattimenti, sono tutti forfettari. I contribuenti, i lavoratori dipendenti hanno l’abbattimento del reddito imponibile e le spese per la produzione reddito. E sono a pioggia per tutti. Insomma, questi abbattimenti non creano altro valore all’interno dell’economia sammarinese. Noi vogliamo invece allargare la fascia delle passività deducibili per importo e per tipologia”.