BELLA CIAO”? NO! GRAZIE! … di Paolo Forcellini

Riceviamo e pubblichiamo

I sintomi di una nuova malattia generata dal virus ideologico già si erano evidenziati da diverso tempo, in questo periodo natalizio purtroppo hanno raggiunto il loro apice ,influenzando anche molti rappresentanti della chiesa, quelli che ritengono ormai una sceneggiata da teatro il presepe, e che propongono di non allestirlo più nelle loro chiese in quanto la nostra tradizione cristiana potrebbe offendere la sensibilità di coloro che professano altre religioni, quella mussulmana in particolare. Una epidemia che rasenta un “ razzismo inverso” che sta contagiando anche diversi docenti e dirigenti scolastici che accecati dalle loro ideologie , vogliono privare gli alunni delle loro scuole oltre che di un crocefisso anche del presepe “… per rispetto del Vangelo e i suoi valori e per rispetto dei poveri” , come si è espresso ,fuori dal coro , un giovane prete che si dedica al problema dell’immigrazione – Una provocazione che ha destato tante reazioni da parte dei genitori  che non sono certo caduti nell’”ipocrisia” come pensa quel don Abbondio dei tempi nostri,  supportato nella sua iniziativa da parte di non pochi  signorotti che hanno il cuore a sinistra , ma il portafoglio sulla destra. Come se non bastasse la chiesa, anche la scuola con qualche maestrina e preside  pretenderebbero di far cantare invece dei soliti sermoncini Natalizi canzoni decisamente a sfondo politico, come “Bella Ciao” classico  inno comunista della resistenza, imposizioni che erano tipiche anche del ventennio fascista.  Certe tradizioni legate alla storia culturale dell’Italia non possono essere liquidate con atteggiamenti e prese di posizione manichei o apparentemente politicamente corretti. La lezione ai “cattivi maestri” – quelli che pur di non rischiare di urtare la sensibilità delle famiglie di altri culti rinunciano a far festeggiare il Natale ai bimbi o modificano canzoncine e poesie eliminando qualsiasi riferimento alle tradizioni cristiane – arriva non solo dai genitori dei bimbi costretti a queste imposizioni ideologiche ma anche dai stessi cittadini italiani di religione  mussulmana che si sono integrati e che onorano e festeggiano il Santo Natale fianco a fianco dei cristiani. Un mussulmano ha inviato al preside della scuola dei propri figli questa lettera: “Dal momento che i miei due figli sono nati in Italia, io sono molto contento che imparino a conoscere la tradizione del Paese che li ospita- Siamo ormai abituati alle luminarie natalizie, ai mercatini, ai nostri bambini che ci parlano dei compagni che imparano le canzoni natalizie: questo fa parte del vivere in un Paese diverso dal nostro e questa ritengo che sia anche la ricchezza che nasce dall’incontro delle culture. Da genitore voglio insegnare questi valori ai miei figli” Forse sarebbe meglio che nel Belpaese lasciassero altari e cattedre a loro. Sicuramente verso il cristianesimo ci sarebbe più rispetto ed amore. Valori che ancora esistono a San Marino, dove ancora una volta si può ammirare alla Porta del Paese il bellissimo Presepe allestito, come sempre con maestria da Massimo Agostini, davanti al quale i bimbi sammarinesi potranno cantare come da sempre hanno fatto anche i loro genitori ,  “ Tu scendi dalle stelle” senza che nessuno abbia ancora imposto loro “ Bella Ciao”. Almeno in questo ci dimostriamo migliori di certi nostri dirimpettai.

PAOLO FORCELLINI