Bellaria. Chioschisti e bagnini “Ridateci gli scogli o andiamo in procura”

mareL’URLO di bagnini e chioschisti di Bellaria Cagnona, sott’acqua ancora una volta. «La misura è colma, se il Comune non ripristina gli scogli dopo l’esperimento mai completato delle scogliere soffolte, ci rivolgeremo direttamente alla Procura della Repubblica con un esposto». Va giù duro Riccardo Pazzaglia, presidente della Cooperativa chioschisti di Bellaria Igea Marina, il cui bar di spiaggia è stato letteralmente distrutto nella mareggiata dello scorso febbrario. «Danni per 25mila euro», afferma Pazzaglia. Imbufaliti anche i bagnini titolari delle zone di spiaggia numero 2, 3, 4 e 5. Le più martoriate dai marosi perché ‘scoperte’ dalla rasatura delle barriere di sassi, pochi anni fa. «Abbiamo chiesto anche oggi (ieri, ndr) al Comune quando le avrebbero ripristinate – tuonano gli operatori –. Ci hanno risposto come a primavera: ‘Presto’. Tra l’altro, trattandoci anche in maniera sbrigativa». La zona è da anni tra le più colpite (insieme a quella delle colonie) dall’erosione. A peggiorare la situazione l’esperimento di tagliare in altezza parte di alcune scogliere. L’idea era di fare ripascimento con le correnti. Ma il test, firmato dal geologo Giancarlo Faina, è rimasta a metà, nè carne nè pesce. Con danneggiamenti ingenti, sia d’inverno che in occasione di mareggiate estive. «Per venerdì si annuncia un’altra ondata di maltempo – osserva Manuela Cantelli, bagni 4 e 5 –. Domenica il mare ha scavato sotto le cabine, oltre ad aver divelto le pedane e fatto già danni. Abbiamo paura che con la seconda mareggiata crollino del tutto. Chiediamo un intervento in tempi rapidi da parte del Comune». «I cui costi vengano quantomeno condivisi tra noi e l’amministrazione – fa eco un altro bagnini, Angelo Zavatta, bagno Arancio 2 e 3 –. In Comune ci hanno invitato sostanzialmente a fare da soli, posizionando sacchi di sabbia a protezione delle nostre strutture, che rischiano di crollare per l’ennesima volta. Ma i costi sono troppo alti, quasi 10mila euro per 100 metri di spiaggia, cioè due bagni, tra preparazione, posizionamento e rimozione dei sacchi. Chiediamo ci diano una mano, visto che siamo ancora ‘sotto esperimento’». «Sono stufo di vedermi distruggere l’attività – rincara Pazzaglia –. L’ultima volta è sparito tutto, impianti, frigoriferi, tettoia, pareti. Rischiamo si ripeta di nuovo, per responsabilità di qualche negligente. Ripeto, se non si interviene, mi rivolgo alla Procura». «Nel 2014 dopo una grossa mareggiata con relativi danni – aggiunge Zavatta – mi rivolsi al sindaco. Mi disse che avevamo sbagliato noi a non segnalare il problema già a fine estate, perché sarebbero intervenuto subito ripristinando le scogliere dimezzate. Da allora abbiamo avuto il disastro dello scorso febbraio, e prima ancora danni pesanti in autunno, sempre segnalati. Risultato: siamo ancora con l’acqua alla gola».