«SIAMO a conoscenza che volete ospitare degli zozzi immigrati. Occhio al locale prima che vada in fumo, se non siete capaci chiudete». Giancarlo ‘Caco’ Pari, gestore dell’hotel Gelso di Igea Marina, mostra una delle tante lettere di minacce che ha ricevuto nel corso dell’estate. E che conserva come trofei di guerra. «Da quando si è saputo che avevo accolto dei profughi, come richiestomi a inizio anno dalla Prefettura, con la mediazione del Comune – racconta –, e ho detto che ne avrei ospitati volentieri di nuovo finita l’estate, mi è successo di tutto». «Lettere minatorie – prosegue Pari – ma anche molte disdette di turisti che avevano prenotato, specialmente per il mese di agosto. E partenze anticipate di vacanzieri dopo il sit – in che hanno fatto nella serata del 21 luglio la Lega Nord e il Fronte Nazionale per l’Italia. Alcune famiglie di turisti francesi se ne sono andate subito l’indomani. Li posso capire: quella sera quando sono rientrati in albergo – non dimentichiamo che volevano solo godersi un periodo di vacanza – hanno strabuzzato gli occhi trovando l’hotel ‘circondato’ dai manifestanti con striscioni e cartellil, e tutto intorno un cordone di una quarantina tra poliziotti, carabinieri e agenti della polizia municipale». Va detto che alcune prenotazioni le ha avute proprio per il motivo contrario, per solidarietà verso la sua disponibilità ad accogliere i profughi… «Sì ma poca cosa rispetto alle disdette e alle partenza anticipate che ho avuto tra fine luglio e il mese di agosto». Il Gelso ha ancora alcuni ospiti in questi giorni. Del resto è un esercizio ad apertura annuale. «Niente più profughi però – continua Pari – perché nel nuovo bando la Prefettura chiede che tra i requisiti ci sia quello di essere associazioni onluss. Siamo tagliati fuori». Insomma, niente più conferimenti diretti. La Regione Lombardia ha appena deliberato di punire – escludendoli da finanziamenti pubblici – gli alberghi che hanno accolto profughi. A meno non fossero stati ‘obbligati’ dalle Prefetture di competenza. «Sinceramente mi sembra un errore – commenta Pari –. Chi ha una struttura ricettiva ed ha la possibilità di metterla a disposizione per una situazione di emergenza, perché non dovrebbe farlo? Ma non mi nascondo dietro a un dito: con 32,50 euro al giorno a persone che venivano conferite dal ministero, sono arrivato a incassare cifre importanti». Al Gelso i migranti sono stati a gruppi di 10, 14 e 17 persone. Gli ultimi sono partiti lo scorso 2 giugno. Dal ministero Pari ha già ricevuto l’intera somma di cui era creditore. «Mediamente – conclude – sono rimasti per due settimane-venti giorni, mentre per dieci giorni ne ho avuti 41 tutti insieme, dunque si fa presto a capire quanto ho incassato». Erano giovani africani fra i 20 e i 25 anni sbarcati in Sicilia da Mali, Costa D’Avorio, Senegal, Nigeria, Ghana.
Fonte: RESTO DEL CARLINO