«Sul nuovo outlet Confcommercio ha presentato uno studio che non ha niente di scientifico», è un «prodotto fatto in casa a uso e consumo per dimostrare che il nuovo entro commerciale crea pochi danni», si tratta «niente altro che uno sfacciato appoggio a sindaco e amministrazione per un’operazione politica vecchio stampo». Va giù dura Confesercenti sullo ‘Studio sull’impatto ambientale del nuovo outlet sul comune di Bellaria Igea Marina’, targato appunto Confcommercio.
«E’ solo un prodotto fatto in casa ad uso e consumo – aggiunge il coordinatore provinciale Confsercente, Gianfranco Giorgetti – per dimostrare ai propri associati e a tutta la categoria commerciale che il nuovo centro crea pochi danni e che quindi loro lo appoggiano». Al contrario la categoria afferma: «Noi siamo del parere che creerà un deserto ed un impoverimento della vivibilità, se muore il commercio muore la città». «Crediamo – aggiunge Giorgetti – che questa decisione (già conosciuta ed attesa ) non sia altro che uno sfacciato appoggio al sindaco e all’amministrazione». «Speriamo che anche i commercianti associati alla Confcommercio prendano le distanze dalla loro associazione, così come tutti gli imprenditori commerciali della città. Quindi tutti uniti per salvare il futuro della città». Infine Confesercenti di Bellaria Igea Marina rivolge «un caloroso appello a tutto il consiglio comunale perché riflettano attentamente prima di compromettere il futuro della città».
Ma cosa scrive Confcommercio nello studio? «Il primo aspetto che si evince è che l’aggressione commerciale verrebbe sentita per il nostro paese prettamente nel periodo invernale, salvo qualche giornata di pioggia dove peraltro il flusso di turisti si sposta già oggi per centri commerciali o nell’entroterra. Il 28% sono negozi estivi quasi al riparo da questo tipo di concorrenza; il restante 72% sono annuali ma svolgono il 68 % del fatturato nei mesi estivi al riparo dalla concorrenza dei centri commerciali. L’aggressione avverrebbe su un 32 % difatturato delle nostre imprese. Considerando la storicità di situazioni passate abbiamo valutato l’impatto pari ad un 15% da applicare come spiegato in precedenza sul fatturato invernale». Traducendo, continua Confcommercio, «avremo una perdita del 15% su un fatturato del 32% pari quindi ad una totale ipotetico di un 4,8%. Potrebbe essere meno dannoso, addirittura nella migliore delle ipotesi potrebbe veicolare nuovi visitatori». «Un aspetto importante è un intervento del Comune se si dovesse rivelare la perdita di fatturati, con la riduzione dei tributi».
