«Il giallo del porto». Potrebbe essere il titolo di un film poliziesco, invece è tutto vero». Perchè non solo lo sconosciuto ha gettato la macchina nel porto di Bellaria, ma a quanto pare si è anche preso la briga di andarla a prelevare direttamente dal garage del proprietario. Un uomo incappucciato, a cui ora i carabinieri di Bellaria stanno dando la caccia.
Sono circa le 21, quando alcuni testimoni vedono una persona spingere una Opel Corsa nel porto di Bellaria. Sembra giovane, racconteranno poi, ma ha la faccia coperta dal cappuccio della felpa. Questi gli urlano qualcosa, ma lui avanza deciso e un attimo dopo la macchina oltrepassa la banchina e si inabissa. L’«ombra» ha anche il senso dell’umorismo, perchè prima di darsela a gambe saluta con la mano la gente che lo sta guardando a bocca aperta. Ogni tentativo di inseguirlo è inutile, l’uomo scompare in una delle stradine limitrofe. Parte l’allarme a vigili del fuoco e carabinieri, e tra i primi ad arrivare sul posto c’è anche il proprietario dell’auto che vive a poco più di cento metri da lì. Ad avvisarlo è stato suo figlio, dice, il ragazzo ha visto una foto appena postata su facebook della loro macchina che ‘entra’ in acqua.
La Opel, spiega, è sottoposta a fermo amministrativo per un debito con Equitalia. Non può utilizzarla fino a quando non l’avrà saldato. La macchina era nel garage (poco più di un portico) e le chiavi erano sotto il parasole. Per gli investigatori è un vero e proprio mistero. Perchè questo significa che ‘qualcuno’ è andato a casa loro e ha preso l’auto con il solo obiettivo di spingerla nel porto. Uno brutto scherzo o una vendetta? E’ a questa domanda che i carabinieri della Stazione di Bellaria stanno ora cercando di dare una risposta. I militari stanno sentendo tutte le persone che domenica sera si trovavano al porto e possono dare una descrizione del misterioso ‘burlone’. Gli investigatori hanno anche acquisito le immagini delle telecamere comunali che sono puntate sull’intera area. Qui si vede la figura incappucciata che spinge la Opel verso l’acqua, ma il volto è di fatto coperto e per i carabinieri sarà tutt’altro che facile riuscire a dargli un nome.
«Abbiamo visto quel tipo che spingeva la macchina verso il portocanale. Quando ci è finita dentro, dopo che gli ha dato l’ultima spinta, ci siamo messi a gridare: ‘Ma cosa fai’, ‘Sei matto’ e roba del genere. Avevamo paura che a bordo ci fosse qualcuno. Noi eravamo al bar sull’altra sponda del canale, lato Bellaria. Lui non ha aperto bocca, e dopo che l’auto è finita in acqua ci ha addirittura salutato ironicamente con la mano». Parla ‘Mirko’ (nome di fantasia), uno dei testimoni oculari del ‘giallo’ della Opel Corsa finita domenica sera nel portocanale di Bellaria Igea Marina. Lanciata nelle acque gelide dal piazzale dell’ex ristorante Chiar di Luna. L’unico punto dove per un veicolo sia possibile trovare un varco verso il fiume (altrove fioriere e panchine rappresentano un ostacolo). «Era molto alto, magro, vestito di scuro con una felpa e incappucciato anche sul volto, che non era riconoscibile – continua il ragazzo –. La sensazione è che non fosse una persona anziana, al contrario. Noi eravamo al bar a guardare la partita, c’era il derby Milan – Inter. Erano più o meno le nove di sera. Il tonfo dell’auto caduta nel canale si è sentito molto forte e netto. A quel punto qualcuno dal bar ha chiamato carabinieri, polizia municipale e pompieri. E diversi di noi avventori siamo corsi alle nostre macchine parcheggiate li vicino. Volevamo raggiungerlo e fermarlo, per capire cosa avesse combinato. Lui si è reso conto delle nostre intenzioni, e si è messo a scappare a gambe levate. Probabilmente si è infilato in una delle tante viuzze sulla parte retrostante del portocanale». «Quando siamo arrivati sul lato Igea Marina del porto – conclude ‘Mirko’ – tempo uno o due minuti al massimo, era già sparito. Abbiamo cercato nelle stradine lì intorno ma non l’abbiamo trovato da nessuna parte».
Il Resto del Carlino