Bellocchio, in Esterno notte Moro senza giustizialismo

“Non credo che questa nuova Italia uscita dal voto cambi le cose per il mio ESTERNO NOTTE, credo insomma che non inciderà molto sulla sua accoglienza. Molti dicono che questo governo durerà poco, altri che durerà molto, ma una cosa è certa: finalmente il partito democratico sarà all’opposizione”. Così oggi Marco Bellocchio parla della serie tv in tre episodi ESTERNO NOTTE che andrà su Rai1 il 14, il 15 e il 17 novembre dopo essere stata applaudita al festival di Cannes ed essere uscita in sala in due parti. Nella serie c’è il rapimento e assassinio di Aldo Moro che aveva già raccontato venti anni prima in BUONGIORNO NOTTE. Perché tornare ancora su questa tragedia? Il regista de I PUGNI IN TASCA risponde: “Non c’era certo la voglia di voler fare i conti con qualcosa o qualcuno per dire: voi siete i colpevoli! Insomma nulla di tribunalizio. Il sentimento e il motivo casomai sono altrove. Semplicemente questa tragedia ci fa ancora palpitare”. C’è poca sofferenza nella figura di Moro molto presente invece nelle sue lettere? “Posso solo dire che la struttura di questa serie era che Moro si presentasse come un leader politico nella prima puntata e che poi ricomparisse solo nell’ultima – dice il regista-. Certo c’è stata una libertà di invenzione che a uno storico potrebbe non piacere, ma in Fabrizio Gifuni che interpreta Moro c’è a un certo punto tanta sofferenza e rabbia anche nel suo essere cristiano. Lui parla di odio e in quel momento si concentra tutto quello che si legge nel suo epistolario”. Scritta da Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi e Davide Serino, la serie – un contraltare a BUONGIORNO NOTTE concentrato solo sulla prigionia dello statista – racconta invece quello che appunto avveniva all’esterno della sua prigione, ovvero nella sua famiglia, tra i capi della Dc, i brigatisti e in Vaticano. Tra i personaggi di ESTERNO NOTTE che sarà premiato agli EFA, gli Oscar europei, con l’Award for Innovative Storytelling: Cossiga (Fausto Russo Alesi), allora ministro dell’interno; la moglie di Moro (Margherita Buy), Adriana Faranda (Daniela Marra) e Papa Paolo VI (Toni Servillo). Che ricordo ha Gifuni della tragedia Moro? “Facevo la prima media, mi ricordo più che altro il clima dì quegli anni, le piazze messe a ferro e fuoco con le manifestazioni. Mi ricordo che si iniziava a sparare e il clima di allarme che c’era nell’aria, ma a parte la notte del terrore oggi quegli anni li vedo come fertilissimi sul fronte dei diritti umani che facevano grandi passi avanti”. Margherita Buy nella serie veste i panni della moglie di Moro, Eleonora Chiavarelli: “È stato come fare un viaggio in una macchina del tempo – dice l’attrice a Viale Mazzini -. Era una donna che sentiva il marito lontano, almeno fino allo strappo, al rapimento. Comunque per me è stato un grande orgoglio interpretare questa donna forse troppo poco raccontata”.


Fonte originale: Leggi ora la fonte