Istituto di vigilanza per le assicurazioni (IVASS) sta analizzando i contratti e le polizze dormienti. Già contattate 187mila persone che non sapevano di dover incassare dei soldi.
Trenta miliardi (30) di euro non sono pochi. E si tratta di una sorta di tesoro rinchiuso nei cassetti delle Assicurazioni che ora potrebbero tornare alla luce e finire nelle tasche o nei conti correnti di almeno 900mila italiani che, per un motivo o per un altro, non sanno di dover incassare un piccolo patrimonio.
Andiamo con ordine. Secondo quanto scrive Libero, l’Istituto di vigilanza per le assicurazioni (IVASS) nel dicembre del 2017 ha dato il via ad un monitoraggio sulle assicurazioni italiane. Da quel lavoro sarebbe venuto fuori che ci sono circa 900mila contratti da controllare i cui legittimi proprietari potrebbero essere ancora in vita o avere degli eredi che potrebbero incassare dalle assicurazioni una bella sommetta (ma non lo sanno).
Il presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, ha voluto mettere il naso su quelle polizze che le assicurazioni avrebbero fatto “impropriamente” ammuffire nei propri forzieri. E così ha chiesto i dati degli intestatari e li ha incrociati con quelli dell’Agenzia delle entrare, riuscendo per il momento a scovare ben 187mila polizze che dovranno essere versate a ignari cittadini. Si tratta per ora di una cifra complessiva di 3,5 miliardi di euro. Mica male. Nel 62% dei casi erano prodotti di risparmio giunti a scadenza e poi c’è un 38% di contratti di assicurati deceduti mai reclamati dagli eredi.
“Entro il 30 ottobre 2018 – si legge però in una nota ufficiale diffusa nei giorni scorsi dall’Istituto per la vigilanza e riportata da Libero – le imprese dovranno comunicare all’Ivass i codici corretti per un nuovo incrocio con l’anagrafe Tributaria; sarà richiesto anche di inviare ulteriori codici fiscali relativi alle polizze scadute nel 2017 e nel quinquennio 2001-2006, arrivando così a coprire in totale 16 anni di possibile dormienza”. Da questo confronto potrebbero uscire altri intestatari dei 900mila contratti dormienti. Il Giornale.it