Benzina in calo, ma i gestori criticano le misure del governo

“Dopo i ribassi registrati ieri sulla rete carburanti, anche questa mattina i prezzi alla pompa hanno proseguito la discesa“. E’ quanto si legge nella rilevazione di Staffetta Quotidiana secondo cui Eni ha ridotto di un ulteriore centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Un centesimo in meno anche per Tamoil e Q8, scese su entrambi i prodotti.

“Vedremo la traduzione in una norma, ma gli annunci dati alla stampa non contengono nulla che abbia effetto sui prezzi. Le accise rimangono tra le più alte del mondo, mentre ladri e trafficanti – gli speculatori internazionali e la criminalità che sottrae ogni anno 13 miliardi di euro all’erario italiano – rimangono comodamente al riparo. Semplicemente, come al solito, si scarica su altri il compito che non si sa o non si vuole svolgere”: lo afferma in una nota il presidente della Fegica (Federazione italiana gestori carburanti e affini), Roberto Di Vincenzo.

“I benzinai aggiungeranno un paio di cartelli, ma saranno gli automobilisti a doversi districare nella giungla di numeri che davvero in pochi hanno modo e tempo per decodificare. E come, di grazia, tutto questo avrebbe il potere taumaturgico di far calare i prezzi? Lo ripetiamo: si torni a ragionare seriamente e si utilizzino strumenti efficaci e già disponibili come quello dell’accisa mobile, per dare risposte concrete ai problemi reali delle persone reali. O, altrimenti, se si ha davvero il coraggio di agire con polso fermo, il governo imponga immediatamente il prezzo amministrato”, conclude Di Vincenzo.    

“Un provvedimento che crea solo nuovi adempimenti per i gestori carburanti, già oberati da una burocrazia senza pari tra le attività di vendita. E che rischia anche di essere controproducente: l’obiettivo è una maggiore trasparenza, ma è facile prevedere che il risultato sarà quello di far alzare il prezzo medio dell’erogato alla pompa. Prezzo che, ricordo ancora una volta a tutti, è fissato dalle compagnie e non dai singoli gestori”. Così Giuseppe Sperduto, Presidente di Faib Confesercenti.

“Il Governo ha voluto dare retta alla pressione mediatica e ad allarmi rivelatisi poi infondati: lo dimostra il fatto che i dati ufficiali del Ministero dell’Ambiente hanno smentito ampiamente gli aumenti segnalati. Palazzo Chigi ha scelto comunque di ignorare le rilevazioni ufficiali, e invece di risolvere il problema dei costi tagliando la componente fiscale, tra le più alte d’Europa, ha varato un provvedimento che rischia di trasformarsi in un incubo burocratico per i gestori”, prosegue Sperduto.

“Di fatto siamo già esattori per lo Stato, ora diventeremo anche i burocrati cui toccherà dover garantire la trasparenza dei prezzi alla pompa, nonostante il provvedimento sia tutto fuorché chiaro. I prezzi medi saranno divisi per tipologie di servizio, servito e self? E a che ora saranno disponibili? Per ora di certo c’è solo che il decreto non porterà ad abbassamenti del prezzo per i consumatori. Anzi: la comparazione tra prezzi medi e prezzi praticati rischia di spingere il costo dei carburanti ad uniformarsi verso l’alto, con tanti saluti alla concorrenza e ai vantaggi per i consumatori. A questo punto, toccherà a noi fare chiarezza: i gestori, oltre al cartello del prezzo medio voluto dal governo, ne esporranno un altro che spiega chi è che guadagna veramente sui carburanti. Certo non noi, che prendiamo sempre e comunque, in media, poco più di 3 centesimi al litro”.
   


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