E siamo a meno 37. Quando Gabriele Gatti, in veste di Segretario alle Finanze annunciò nella famosa puntata di Report, che il sistema finanziario andava ridimensionato, forse non immaginava che le sue parole fossero così profetiche. Con la sospensione degli organi amministrativi della Berfin Spa di Rovereta messa in atto da Banca Centrale ieri pomeriggio, sul fronte eminentemente operativo le società finanziarie rimaste sono circa la metà di quelle che erano al tempo delle parole di Gatti. “La Banca Centrale della Repubblica di San Marino – si legge sul sito ufficiale – ai sensi dell’art. 84 della Legge 165/2005, ha avviato in data odierna la procedura di sospensione dei membri del Consiglio di Amministrazione della società BERFIN S.p.A.”. Le ragioni non si conoscono esattamente, anche se la stessa società era stata nel luglio del 2010 coinvolta nell’indagine che portò al commissariamento del Credito di Romagna e all’iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Forlì, 16 impenditori dell’area fra Rimini e San Marino. A quanto pare Di Vizio per la Procura e Mercadini per la Banca, sono riusciti a stringere un accordo ed arrivare al patteggiamento. Il coinvolgimento della Berfin era associato ad operazioni che la finanziaria aveva fatto tramitando denaro fra San Marino e Forlì, acquistando titoli del Credito di Romagna e detenendo partecipazioni consistenti in società clienti della stessa banca. Tali risultanze indicavano una sorta di intreccio finanziario fra San Marino e Forlì che, secondo gli inquirenti, appariva in contrasto con le nuove disposizioni di legge che impediscono a soggetti finanziari sammarinesi di fare banca o acquistare partecipazioni sul territorio italiano. A quel tempo a fianco del Presidente Franco Berardi nel Cda sedevano anche personalità della politica sammarinese che poi prontamente si dimisero lasciando all’attuale direttore generale, Marco Mariani, anche il compito dell’amministratore. Il richiamo fatto dal dispositivo di Banca Centrale all’articolo 84 della Lisf , obbliga a predisporre un periodo breve di verifica (60 giorni) guidata da un commissario straordinario. A tale scopo è stato nominato il dott. John Mazza che dovrà districare la matassa poichè le motivazioni del provvedimento non possono che essere legate ad una delle 4 fattispecie previste: 1) gravi irregolarità nell’amministrazione, 2) gravi perdite del patrimonio della società, 3) grave e perdurante stato di non liquidità, 4) falsità o grave omissione nella tenuta della contabilità. (R.E.)