Ancora caccia all’uomo in Germania: la polizia ha perquisito il centro profughi a Emmerich, in Nordreno-Vestfalia dove Anis Amri ha vissuto per diverso tempo. Quattro persone, ritenute vicine all’attentatore ma non coinvolte nell’attacco, sono state arrestate ma rilasciate dopo un breve interrogatorio. Secondo il sito del settimanale “Focus” la polizia criminale era a conoscenza dei piani di Amri di compiere attentati in Germania “almeno dalla scorsa estate”. E’ scritto in un’informativa “inviata il 21 luglio 2016 da uno 007 tedesco infiltrato”.
Procura conferma: legami con sospetto ma non con l’attentato – Il procuratore federale tedesco ha confermato l’arresto di quattro persone con legami a vario titolo con Anis Amri, specificando però che gli arresti non sono legati all’attentato. Secondo quanto rende noto l’emittente Wdr, gli arresti sarebbero avvenuti in due abitazioni di Dortmund, nell’ovest della Germania, nel land di Renania Norte-Westfalia. Perquisizioni della polizia anche in un campo profughi di Emmerich, dove, secondo i media locali, avrebbe vissuto Amri. La Wdr spiega infatti che il sospetto aveva contatti con un membro anziano del collettivo radicale salafita del land tedesco.
Perquisiti anche due appartamenti – Una speciale unità della polizia (Sek) di Berlino aveva anche fatto irruzione contemporaneamente in due appartamenti nella capitale, di cui uno nel quartiere di Kreuzberg. Nelle operazioni è stato preso “un uomo”, ma non si tratta del ricercato tunisino. Amri ha detto al quotidiano Die Welt un “funzionario di alto livello” “sembra essersi dileguato”.
“La polizia sapeva” – Invece secondo il settimanale Focus, la polizia criminale sapeva: il tunisino avrebbe, secondo il settimanale, parlato dei suoi piani “anche all’interno del circolo legato al predicatore Abu Walaa”.
Sui media pesanti accuse a falle sistemi sicurezza – Intanto sui giornali tedeschi scoppia la polemica per le falle nei sistemi di sicurezza. Durissimi i titoli di molti quotidiani. La Welt scrive di stallo nella caccia ad Amri, denunciando che anche “i blitz della polizia sono partiti in ritardo per vizi formali: ci sarebbero stati errori di scrittura che rendevano non valida la disposizione”. La Bild mette nel mirino gli errori precedenti e le falle del sistema di espulsione, parlando nel titolo di “fallimento”. Amri era in carcere e stava per essere espulso, scrive il tabloid, ma gli mancavano i documenti ed è stato rilasciato. La Bild sottolinea anche come Amri fosse noto come “potenziale attentatore” e si chiede “come è potuto scomparire”?. tgcom24.mediaset.it