
Nelle stesse ore in cui a Bruxelles si chiude il Consiglio Ue straordinario, a circa 150 chilometri di distanza si riunisce a Rotterdam il congresso del Partito popolare europeo. Un appuntamento già rimandato causa Covid e che segna un punto di svolta per un Ppe che dovrà fare i conti con la fine dell’era Merkel e con un ruolo tutto da ricostruire, vista l’assenza di esponenti popolari in quasi tutti i principali governi europei (dalla Germania alla Francia, passando per la Spagna).
Un congresso che ieri si è aperto con l’elezione a presidente del tedesco Manfred Weber, capogruppo del Ppe al Parlamento europeo. E che presente anche Ursula von der Leyen si è focalizzato sulle ragioni dell’Ucraina, con diversi dibattiti sul conflitto in corso tra Mosca e Kiev (di cui uno dal titolo inequivocabile WeStandWithUkraine). Oggi sarà invece la volta degli speech, compreso quello di Silvio Berlusconi, che è atteso a Rotterdam verso le 11 (sarebbe dovuto arrivare ieri, ma non si è voluto perdere la festa per la promozione del Monza in serie A). Con lui una fitta delegazione, guidata da Antonio Tajani (che oggi dovrebbe essere eletto tra i vicepresidenti del Ppe) e Licia Ronzulli, accompagnati – tra gli altri – dai capigruppo Paolo Barelli e Anna Maria Bernini e dal presidente della commissione di Vigilanza Rai Alberto Barachini.
Due e anni e mezzo dopo, dunque, Berlusconi torna in presenza a un appuntamento pubblico del Ppe. L’ultima volta fu a Zagabria nel novembre 2019, sempre per il congresso dei Popolari. L’intervento di oggi sarà l’occasione per dare spazio alle preoccupazioni per l’evolversi della crisi ucraina. Il leader di Forza Italia punterà infatti il dito contro la «palese aggressione da parte russa» nei confronti di «un Paese neutrale» e avrà parole di apprezzamento per l’Europa e l’Occidente che hanno saputo reagire «in modo equilibrato e soprattutto unitario». Secondo Berlusconi, però, è arrivato il momento di un salto di qualità nella sfida europea. Nonostante quello che l’ex premier definisce un «debito inestinguibile di gratitudine e lealtà» verso gli Stati Uniti, bisogna infatti prendere consapevolezza del fatto che oggi Washington ha una priorità che si chiama Cina. Insomma, «l’unità politica e militare dell’Europa diventa una necessità». Secondo il leader di Forza Italia, dunque, serve non solo una risposta comune su energia e agricoltura, ma anche una politica estera realmente condivisa e un esercito comune europeo.
Tema che difficilmente Berlusconi riuscirà a dribblare, invece, sarà il caso Salvini. L’attivismo del leader della Lega dall’annunciato viaggio in Russia ai suoi incontri con l’ambasciatore russo a Roma a conflitto iniziato sono infatti oggetto di perplessità anche a margine del Consiglio Ue di Bruxelles, tanto che i giornalisti ne chiedono conto anche al premier Mario Draghi durante la conferenza stampa finale. E ovviamente rimbalzano fino a Rotterdam. Con un coro di critiche. Da quelle dell’ex premier dell’Ucraina Yulia Tymoshenko («dobbiamo combattere sul campo, i negoziati con Putin non ci porteranno alla pace») fino allo stesso Tajani. Che, seppure senza aprire fronti polemici con l’alleato, non può non notare che «un’iniziativa del genere andrebbe concordata con il governo e con l’Ue».
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