Berlusconi. Torna l’incubo toghe. “Ogni volta che mi alzo uno stop”

berlusconiIL CAVALIERE è convinto d’essere finito per l’ennesima volta negli ingranaggi della giustizia ad orologeria. «Ho provato a rialzare la testa dopo mesi passati sott’acqua, e subito i magistrati mi hanno colpito». Con i nervi scossi per la richiesta del gip milanese al Senato di autorizzare l’uso di 11 intercettazioni con due ragazze per il Ruby ter, il primo a non farsi troppe illusioni di fronte ai sondaggi Ixé che danno Forza Italia in caduta libera (al 9,6%, mentre la Lega è al 14,3%) è proprio lui: «Sanno che i voti sono miei e vogliono che io tenga la testa giù», si lamenta con i fedelissimi.

COME un animale braccato, si sente obbligato a combattere: così giura che, malgrado tutto, non lascerà il palcoscenico della politica. «Vedrete – promette agli interlocutori – tornerò a parlare in pubblico, andrò in tivù e ci risolleveremo». Propaganda a parte, però, Berlusconi è preoccupato per la salute di Forza Italia: per quanto neghi, i ‘tradimenti’ gli hanno dato fastidio. «Gli piace essere amato da tutti», conferma chi lo conosce bene. E le voci di imminenti addii sia al Senato sia alla Camera – dove in settimana Fitto potrebbe ufficializzare la componente del suo gruppo dentro il Misto e l’azzurro Gallo potrebbe passare con Alfano – non gli fanno piacere.
Scavando in giro, salta fuori che lo sconforto è ancora più radicato nel partito. I malumori emersi ieri nella riunione dei senatori per la linea sulle riforme la dicono lunga. Da Nitto Palma a Villari, più d’uno si è scagliato contro il presidente Romani per le posizioni ondivaghe. Dietro l’irritazione, anche la paura di diventare irrilevanti. «Se non cambiamo l’Italicum con il premio alla coalizione, al ballottaggio alle politiche andranno Pd e Cinquestelle», ammette Matteoli. «Dobbiamo ‘rifare il presepe’ – incalza Gasparri – mettere mano al partito per arrivare al 18%». Come? Matteoli non usa giri di parole: «Berlusconi deve tornare in campo ma non basta. Dobbiamo radicare il partito sul territorio». Ancora meglio: dare FI in mano alla Merkel, come celiando sussurra qualcuno. Lamenta Gasparri: «Abbiamo fatto il tesseramento ma non abbiamo stampato le tessere. Saranno piccoli gesti ma servono». Di qui, la richiesta da più parti al Cavaliere di cambiare tutti i coordinatori regionali: difficile dire se la questione verrà affrontata nella riunione dell’ufficio di presidenza FI che Berlusconi assicura sarà in settimana. E altrettanto complicato prevedere se, dopo tanti rinvii, si vedrà con Salvini questo weekend, magari a San Siro tanto per unire l’utile al dilettevole: domenica sera il Milan – di cui il leader della Lega è tifoso sfegatato – incontra il Napoli. Tant’è: a meno di cambi di programmi, oggi il Cavaliere sarà a Milanello a spronare la squadra. Ciò che gli chiedono di fare con il partito i forzisti: «Venga a indicarci la linea». Unica consolazione sotto il cielo azzurro diventato oramai grigio a meno che il Carroccio non schiodi dal 14% e le formazioni scaturite dalla costola di FI non brillino nei sondaggi. «Segno che c’è posto per una formazione di moderati che guidi il centrodestra alla vittoria».

IL MESSAGGERO