Biden vs Trump: resa dei conti e sfida incerta (l’editoriale di David Oddone)

Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali americane, l’attenzione del mondo è rivolta alla rivincita tra Joe Biden e Donald Trump, un evento senza precedenti dagli anni ’50. Tuttavia, a differenza della campagna del 2020, in cui Biden godeva di un vantaggio costante sul tycoon, l’attuale presidente affronta ora una sfida più ardua.

Recenti sondaggi, tra cui quelli condotti dal The New York Times/Siena College, CBS News/YouGov, Fox News e The Wall Street Journal, mostrano che Trump sta guadagnando terreno rispetto a Biden. Con margini tanto stretti, i risultati indicano una competizione inaspettatamente agguerrita per l’attuale inquilino della Casa Bianca.

Uno dei principali fattori che potrebbe orientare l’esito delle elezioni è la percezione pubblica delle questioni economiche e dell’immigrazione. In entrambi i campi, Trump gode di una maggiore fiducia rispetto a Biden, il che potrebbe influenzare il voto degli elettori indecisi.

Sono così i numeri ad agitare le notti dell’amministrazione dem. Il tasso di consenso del “commander-in-chief” si attesta intorno al 40%, uno dei più bassi per un presidente in carica a questo punto del mandato. Si tratta di un indicatore della crescente insoddisfazione degli americani nei confronti del suo operato.

A fare la differenza saranno allora le quattro accuse penali contro l’ex presidente? Non proprio. Anzi. Secondo il sondaggio del New York Times, la maggioranza dei probabili elettori (53%) ha affermato di ritenere già che il magnate immobiliare avesse commesso un grave crimine federale, quando in realtà non è stato ancora condannato. Una statistica del genere dovrebbe preoccupare i sostenitori dem, perché se alcuni elettori pensano che Trump abbia commesso un grave crimine federale ma sono comunque disposti a votarlo, cos’altro dovrebbe accadere per far loro cambiare idea?

Allo stesso modo, il sondaggio del Times ha rilevato che il 72% dei probabili elettori ritiene che l’età di Biden lo renda troppo vecchio per essere un presidente efficace.

Viene in aiuto la filosofia, e la scuola di Francoforte con Theodor Adorno: “Anche l’uomo più miserabile è in grado di scoprire le debolezze del più degno, anche il più stupido è in grado di scoprire gli errori del più saggio”.

L’impressione è che le vere protagoniste saranno proprio le debolezze dei due candidati. Se quelle di Trump si dimostreranno superiori a quelle di Biden, quest’ultimo potrà spuntarla.

Fatto sta che con l’opinione pubblica divisa e percentuali così appaiate, il risultato finale rimane difficilissimo da pronosticare.

Di sicuro c’è che questa elezione sarà cruciale non solo per il futuro degli Stati Uniti, ma anche per l’intero panorama politico globale. La decisione degli elettori americani avrà un impatto duraturo sul corso degli eventi nazionali e internazionali nei prossimi anni.

 

David Oddone

(La Serenissima)