
CITTÀ DEL VATICANO – Sarà ancora all’Isola di San Giorgio Maggiore, come già nell’edizione del 2018, il Padiglione della Santa Sede alla 18/a Biennale di Architettura di Venezia, che aprirà i battenti dal 20 maggio al 26 novembre prossimi. E la partecipazione vaticana alla rassegna, presentata oggi in una conferenza stampa, avrà come tema “Amicizia Sociale: incontrarsi nel giardino”, mostrando così la sua ispirazione da due encicliche di papa Francesco, la ‘Fratelli tutti’ sulla fraternità universale e la ‘Laudato si” sulla cura del creato e l’ecologia integrale.
La mostra che avrà luogo nell’Abbazia di San Giorgio Maggiore, negli spazi espositivi e nel giardino del monastero benedettino, inviterà i visitatori a “prendersi cura del pianeta come ci prendiamo cura di noi stessi e celebrare la cultura dell’incontro”, sintetizza così il curatore, arch. Roberto Cremascoli, gli insegnamenti di papa Bergoglio. Il Commissario, cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, e il curatore hanno invitato a esporre nel Padiglione della Santa Sede una figura dal prestigio indiscutibile nel panorama artistico e architettonico internazionale, come l’architetto portoghese Álvaro Siza (Premio Pritzker nel 1992), insieme al collettivo italiano Studio Albori.
La prima parte del percorso si sviluppa nelle sale espositive del monastero benedettino, gestite dalla Benedicti Claustra Onlus, con accesso dalla Darsena Grande dell’Isola. A ricevere i visitatori ci sarà il video-racconto di Mattia Borgioli, che mostra il processo che ha portato alla realizzazione di tutte le installazioni, dal concepimento dei primi prototipi sino al loro arrivo sull’Isola. L’installazione “O Encontro” di Álvaro Siza accoglie il visitatore e lo conduce, in un dialogo tra le “figure” disegnate dal maestro, fino agli spazi esterni; grandi presenze, le cui geometrie e dinamicità di movimento alludono plasticamente alla coraggiosa visione sociale di papa Francesco.
La loro suggestiva interazione crea un movimento incessante, che culmina verso l’ultimo monolite, raggiungendo e guidando verso il ritrovato orto monastico e le strutture di accoglienza appositamente create. La nuova conformazione del giardino, su disegno dello Studio Albori, propone infatti una passeggiata in parte ombreggiata, grazie a pergolati in legno e bambù, in parte a cielo aperto, tra le nuove piantumazioni.
“Nella prima riunione a San Giorgio, il card. Tolentino de Mendonça ci ha invitato a ‘far fare un passo indietro all’architettura’, e solo un poeta poteva dare un suggerimento così delicato, di solito se ne richiede piuttosto uno in avanti – rievoca Cremascoli -. Un passo indietro è quello del maestro Álvaro Siza, che ha preferito lasciare che gli spazi palladiani fossero tanto importanti quanto la sua installazione che dialoga e incontra proprio quegli spazi”. “Per me è stata una grande sorpresa, grazie al card. Tolentino, essere invitato a fare questo intervento – sottolinea l’89/enne architetto Siza in collegamento da Porto -. Una grande sorpresa e anche una preoccupazione per la responsabilità che ne derivava. La prima sensazione, quindi, è stata una forma di paura, ma il tema è un’opportunità totale in mezzo alle notizie che si sentono tutti i giorni, che si leggono sul giornale o si sentono alla televisione, questo era un tema indispensabile. E come si può fare l’intervento? Non si può competere con la bellezza di San Giorgio, Allora ho deciso di fare una cosa a contrasto, fare una dimostrazione del bisogno di incontro e di respirare solidarietà, questa è stata l’intenzione mia, utilizzando la dimensione molto favorevole degli spazi”.
Siza si dispiace perché non potrà venire di persona alla Biennale, non essendo in condizione di viaggiare. “A Venezia, quando si arriva, la sensazione è sempre di essere a una nuova prima visita – osserva -. C’è un primo momento di ansietà e poi è come viaggiare in un sogno. Ed è un sogno anche il tema proposto, con la situazione di oggi, con tanti conflitti, tanta violenza: un sogno che aspetto, magari non rapidamente ma progressivamente, si faccia realtà”.
—
Fonte originale: Leggi ora la fonte