Prima c’era il bianchetto. Ma sul registro, quella poltiglia bianca pasticciata non passava inosservata all’occhio attento del severo professore. E i goffi tentativi degli studenti un po’ ciuchini di trasformare un quattro in sei gonfiavano sì il registro, ma di note. Poi è arrivata la rete, con le sue infinite possibilità. E in classe è approdato il registro elettronico. Un click e il voto era online. Gli studenti si sono adeguati e hanno sostituito la cancellina con il mouse. Ma anche questa volta, la ciambella non è riuscita col buco. Almeno al Rosa Luxemburg di Bologna, un istituto tecnico commerciale, dove tredici studenti, dodici di 17 anni, una sola maggiorenne, si sono beccati una denuncia per frode informatica aggravata e falsificazione di atti pubblici per aver modificato i propri voti, violando il registro elettronico dei docenti. CI SONO riusciti installando su due pc, in uso a una prima e a una terza classe, dei programmi per clonare le password. Una volta ottenuti i dati dei docenti, seduti comodamente a casa, avevano modificato i loro giudizi. Una frazione di punto, mezzo al massimo: giusto quanto serviva per arrotondare la media in positivo. A una studentessa, che gli era forse antipatica, hanno invece abbassato un voto. I ragazzi, però, non avevano fatto i conti né con la tradizione, né con la lingua lunga’ dei loro compagni. E così, quando uno studente ha chiesto alla sua docente, ben prima dell’uscita dei quadri di giugno, «Prof, perché mi hai bocciato?», si è innescata la macchina delle verifiche. Prima interne alla scuola, con i decenti old school che, confrontando i dati registrati online con quelli annotati, a penna, sui vecchi registri cartacei, hanno notato delle incongruenze. Poi, dopo la denuncia sporta dall’allora preside Laura Villani, anche da parte della polizia postale. Le indagini portate avanti dai prof hanno regalato subito a tre studenti un bel cinque in condotta in pagella. Quindi, bocciatura diretta. Altri che avevano giovato’ del sistemino, si sono visti arrotondare a ribasso i voti. Per loro, la promozione è stata rimandata a settembre. LA POLIZIA, invece, ha trasmesso le denunce alle procure competenti (quella dei minori e quella ordinaria) e così i tredici giovani hacker si sono trovati a dover rispondere della loro bravata anche di fronte alla legge. La posizione di altri compagni è al vaglio. «Denunciare questi ragazzi era un atto dovuto ha commentato l’ex preside . Hanno violato dati personali, hanno sbagliato. Devono capirlo». «Non avevano la minima percezione della gravità di quello che avevano commesso spiega l’avvocato Carlotta Veronesi, che difende sette dei tredici studenti , ma si sono assunti subito le loro responsabilità. Quando il pm li ha interrogati, si sono anche messi a piangere». Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro all’Istruzione Stefania Giannini: «L’informatica è una scienza importante, ma va usata bene». Il Resto del Carlino
