Bologna. Bloccato gambiano di 26 anni con un etto di marijuana: era appena tornato in città dopo il divieto di dimora

Pluripregiudicato per reati di droga, appena tornato in città dopo la scadenza del divieto di dimora deciso dal giudice sempre per gli stessi reati, senza lavoro né fissa dimora. E cosa si era rimesso a fare il giovane in questione, un gambiano di 26 anni? Si era rimesso a spacciare. L’hanno pizzicato i poliziotti di quartiere sabato mattina in Montagnola. Poco dopo le 10,45 una pattuglia in giro per il parco ha notato due stranieri, uno a piedi e l’altro in bicicletta, e ha deciso di controllarli. Mentre il giovane a piedi è risultato pulito, l’altro ha lasciato sul posto la bici ed è fuggito di corsa, subito tallonato dai poliziotti.

Dopo un lungo inseguimento per la Montagnola e via Irnerio, il 26enne è stato bloccato fra le bancarelle della piazzola, in piazza VIII agosto. Poco prima aveva gettato via un sacchetto sospetto, poi recuperato dagli agenti. Si trattava di un calzino al cui interno c’erano 10 involucri di cellophane, per un totale di 98 grammi di marijuana. Addosso il gambiano aveva anche cento euro. Per lui sono scattate le manette con l’accusa di detenzione di droga a fini di spaccio e oggi si celebrerà il processo per direttissima in tribunale. Il ‘problema’ è che, con tutta probabilità, finirà come tanti altri processi simili visti in passato. Arresto convalidato, misura cautelare come divieto o obbligo di dimora, e liberazione del pusher con tanti saluti. Questo perché l’accusa, prevista dal codice per i fatti di lieve entità, il cosiddetto piccolo spaccio, non prevede la custodia in carcere.

Il procuratore capo Giuseppe Amato nei mesi scorsi ha provato ad aggirare l’ostacolo in vari modi. Prima con l’ormai nota aggravante dello spaccio vicino a una scuola (cioè l’università) contestata ai pusher di piazza Verdi. Aggravante però bocciata da molti gip e, nei giorni scorsi, anche dalla Cassazione. Poi con una circolare alle forze dell’ordine in cui Amato ha dettato le linee guida per gli arresti dei piccoli pusher, considerando non solo il quantitativo (modesto) di droga, ma anche i precedenti del soggetto, la personalità e l’organizzazione nell’attività di spaccio. Non sempre, però, questo è bastato per tenerli in cella. Il gambiano arrestato sabato ne è l’esempio: aveva un divieto di dimora, decaduto una settimana fa perché una condanna, sempre per spaccio, è diventata definitiva in appello. Nonostante la sentenza, era libero di scorrazzare in Montagnola con le dosi già pronte. Vedremo cosa accadrà oggi.
Nel frattempo, sempre sabato è stato denunciato un algerino di 42 anni perché trovato in possesso di 2,5 grammi di marijuana in via Indipendenza. Vedendo la polizia, aveva tentato di nascondersi infilandosi in un bar. Fatica sprecata. Il Resto del Carlino