Le dichiarazioni della relatrice speciale delle Nazioni Unite in merito all’assalto alla redazione torinese de La Stampa hanno innescato un’accesa polemica politica che attraversa l’Italia, da Bologna a Roma. Nel capoluogo emiliano, la maggioranza di centrosinistra si interroga sull’opportunità di mantenere la cittadinanza onoraria conferita alla giurista lo scorso ottobre, mentre nella Capitale la tensione si manifesta con atti vandalici contro opere di street art che la ritraggono.
Il caso politico sotto le Due Torri
Il riconoscimento onorifico, assegnato dal Comune di Bologna il 6 ottobre, è tornato prepotentemente in discussione dopo il commento di Albanese sull’incursione negli uffici del quotidiano torinese. La relatrice Onu, pur premettendo che la violenza non va mai esercitata contro nessuno, ha interpretato l’accaduto come un segnale di avvertimento rivolto al mondo dell’informazione, invitando i giornalisti a tornare a svolgere il proprio mestiere.
Questa presa di posizione, giudicata da molti ambigua, ha creato una frattura all’interno dell’amministrazione bolognese. Il sindaco Matteo Lepore ha preso le distanze, sottolineando come nessuna causa possa legittimare atti violenti contro il giornalismo. La frase della funzionaria internazionale è stata letta da una parte del mondo politico locale come una giustificazione impropria di un atto intimidatorio.
I ripensamenti nel Partito Democratico
Il fronte dei critici all’interno del Pd si è allargato rapidamente. Esponenti di rilievo come il deputato Andrea De Maria hanno definito le parole della relatrice incompatibili con i valori di una città medaglia d’oro alla Resistenza, posizione condivisa dal segretario dem locale Enrico Di Stasi. Il malumore è tangibile anche tra i consiglieri comunali: Filippo Diaco ha ammesso pubblicamente l’errore nel sostenere l’onorificenza, mentre Cristina Ceretti ha confermato che, alla luce dei fatti odierni, non rinnoverebbe il suo voto favorevole. Anche l’europarlamentare Elisabetta Gualmini ha ricordato la sua opposizione iniziale al riconoscimento.
La richiesta di revoca e il silenzio dei proponenti
In questo clima di revisione, la Lega ha annunciato, per voce del capogruppo Matteo Di Benedetto, l’intenzione di depositare una richiesta formale per la revoca della cittadinanza. La proposta potrebbe trovare sponde inattese proprio tra i consiglieri di maggioranza ormai pentiti della scelta autunnale. Al momento non si registrano commenti da parte della vice-sindaca Emily Clancy, esponente di Coalizione Civica e promotrice originaria dell’iniziativa.
Vandalizzato il murale a Roma
Mentre a Bologna si discute nelle aule istituzionali, a Roma la controversia si sposta sui muri. È stato infatti sfregiato il murale realizzato nei pressi della stazione Termini dall’artista aleXsandro Palombo. L’opera, intitolata “Human Shields”, raffigurava Francesca Albanese e Greta Thunberg abbracciate da un miliziano armato. L’intento dell’autore era quello di stimolare una riflessione sull’uso dei civili come scudi umani e sulla strumentalizzazione delle figure pubbliche nei conflitti, evidenziando il rischio che messaggi ambigui possano alimentare la radicalizzazione. Il gesto vandalico conferma quanto la figura della relatrice Onu sia diventata un punto focale di tensioni non solo politiche ma anche simboliche.













