Sigillare porte e finestre, provvedere al trasloco, al deposito e alle custodia dei beni lasciati all’interno degli alloggi liberati. Operazioni, queste, necessarie quando si procede allo sgombero di un appartamento popolare. Procedura che, però, ovviamente ha un costo. Lo scorso anno le spese sostenute per lo sgombero di 37 alloggi occupati sono state in totale 323.595,97 euro, tra muratura porte, traslochi e deposito dei beni lasciati nelle abitazioni. In particolare, chiudere gli accessi di 36 alloggi è costato oltre diecimila euro, mentre per il trasloco si sono sfiorati i 128mila euro.
Come previsto da una delibera del consiglio comunale del 1995, integrata nel 2006, inoltre, per il deposito e la custodia massima di sei mesi degli oggetti lasciati in casa al momento dello sgombero, sono stati spesi poco meno di 186mila euro. Soldi, questi ultimi, rendicontati direttamente al Comune «nelle modalità previste dalla convenzione gestionale», spiega Acer in risposta a un’interrogazione di Francesco Sassone, consigliere comunale di Forza Italia. Costi, questi, che aumentano o diminuiscono con il numero degli sgomberi effettuati. Nel 2015, infatti, le spese totali per liberare 13 alloggi furono di 81.179,77 euro. Nello specifico poco più di seimila euro per la muratura degli accessi di 12 case, quasi 52mila euro per i traslochi e 23mila euro per deposito e custodia dei beni.
Una volta effettuate le operazioni di sgombero, poi, gli occupanti abusivi, in teoria, tenendo conto di tutte le difficoltà del caso, dovrebbero «risarcire il danno complessivo derivante dall’occupazione – spiega Acer in una nota –, comprensivo del mancato introito da canone, l’intervento di personale specializzato in fase di sgombero, i costi di facchinaggio, trasloco e quelli relativi alla custodia dei beni mobili rinvenuti nell’alloggio». «Al danno sociale che l’occupazione abusiva degli alloggi Acer produce a quelle oltre cinquemila famiglie in lista di attesa per vedersi assegnato un alloggio per il quale hanno pieno diritto, si deve aggiungere il danno economico delle spese di trasloco e deposito dei beni di cui l’amministrazione si fa carico – commenta Sassone –.
Mi chiedo quanti immobili Acer avremmo potuto ristrutturare, e assegnare ai cittadini bolognesi bisognosi, con gli oltre trecentomila euro che nel 2016 il Comune ha speso per i traslochi e depositi dei beni di chi occupava abusivamente. Questi dati ci dimostrano che il problema occupazioni abusive non è secondario e deve essere affrontato con assoluta fermezza da questa amministrazione per debellarlo definitivamente». Il Resto del Carlino