Bologna in lutto: si è spento Stefano Benni, il maestro dell’ironia aveva 78 anni

Il mondo della cultura italiana perde una delle sue voci più originali e irriverenti. Stefano Benni, scrittore, giornalista e drammaturgo bolognese, è morto oggi a 78 anni dopo una lunga malattia. La notizia segna la fine di una carriera in cui ha saputo unire satira affilata, invenzione visionaria e una lingua che giocava con le parole come pochi altri hanno saputo fare.

Una produzione vastissima tra romanzi, poesia e teatro

Autore di libri che hanno segnato generazioni di lettori, Benni ha lasciato romanzi diventati riferimento della narrativa comico-satirica – da Bar Sport a La compagnia dei Celestini, da Comici spaventati guerrieri a Margherita Dolcevita. La sua creatività ha toccato praticamente ogni forma espressiva: racconti, poesie, testi teatrali e sceneggiature cinematografiche.

Giornalismo e cinema

Oltre alla narrativa, Benni ha lavorato come giornalista per testate come L’Espresso, Repubblica, Panorama, Cuore e Il Manifesto. In televisione, agli esordi, ha collaborato anche con Beppe Grillo. Al cinema ha firmato, insieme a Umberto Angelucci, la regia di Musica per vecchi animali (1989), tratto da un suo romanzo, interpretato da Dario Fo e Paolo Rossi. Molto più di recente, aveva firmato l’adattamento cinematografico di Bar Sport, a conferma di un legame mai interrotto con il suo libro più amato.

Presenza costante in Romagna

Benni non ha mai smesso di incontrare il suo pubblico anche fuori da Bologna: le sue opere sono state rappresentate in teatri di Lugo, Cesena, Ravenna e Rimini, spesso accompagnate da incontri pubblici affollati e partecipati.

Un gigante dell’ironia italiana

Satira feroce e leggerezza poetica si intrecciavano in ogni sua pagina. La sua firma, fatta di neologismi, parodie e invenzioni linguistiche, ha costruito un universo narrativo che resterà patrimonio collettivo. Oggi non scompare soltanto un autore di successo, ma uno dei rari scrittori capaci di trasformare l’umorismo in strumento di lettura della realtà. Ha salutato il palcoscenico della vita con la stessa discrezione con cui spesso amava defilarsi, lasciando alle sue parole l’ultima e più duratura eredità.