BOMBE francesi sulla Siria. Dopo 215 attacchi in Iraq, l’Arme de l’air francese ieri ha colpito anche in Siria. Obiettivo, un campo di addestramento (forse un campo per foreign fighters) dello Stato Islamico. I cacciabombardieri hanno colpito a Deir Ezzor, nell’est del Paese e, come è scritto in una nota dell’Eliseo, «rappresentava una minaccia per la sicurezza nazionale». Secondo il quotidiano Le Monde i francesi avrebbero già colpito il 24 settembre nei pressi di Raqqa, la ‘capitale’ dello Stato islamico. Parigi però non conferma questa azione, limitandosi a quella di ieri mattina. «Le nostre forze – ha commentato a margine dell’assemblea delle Nazioni Unite il presidente francese Francoise Hollande – hanno centrato i loro obiettivi. Il campo è stato distrutto usando sei aerei, tra i quali 5 Rafale». «Altri attacchi – ha detto l’inquilino dell’Eliseo – potrebbero aver luogo nelle prossime settimane, se necessario».
SECONDO fonti militari francesi lo strike, avvenuto all’alba di ieri e preparato da due settimane di ricognizioni, è stato effettuato da 5 Dassault Rafale e da un aereo da rifornimento in volo KC135 Stratotanker. Gli aerei sono decollati dalla base di Al Dhafra negli Emirati Arabi Uniti per una missione durata parecchie ore. Gli aerei direttamente impegnati nel bombardamento sono stati 3 Rafale in configurazione da attacco al suolo armati con missili aria-aria Mica IR e con bombe a guida laser AASM da 250 chili di esplosivo: ne sono state sganciate 18. Gli aerei hanno colpito usando pod per designazione bersagli Thales Damocles, in grado di controllare le bombe a guida laser fino a una distanza di 16 chilometri. Altri due Rafale sono stai usati in configurazione da superiorità aerea, per proteggere da eventuali attacchi aerei. Sinora la coalizione «inherent resolve» anti Stato islamico, che vede assieme Paesi occidentali e Paesi arabi, ha condotto – dati fino al 22 settembre – 7.002 missioni, 4.445 in Iraq (3.034 delle quali americane) e 2.558 (2.427 delle quali americane) in Siria.
MENTRE la Francia si è unita al club di chi bombarda in Siria (oltre a Stati Uniti ci sono Australia, Bahrein, Canada, Giordania, Arabia Saudita, Turchia e Emirati Arabi Uniti), la Russia prosegue la fornitura di armi al regime di Assad e lo schieramento di truppe e forze aeree nella zona di Latakia. Prosegue lo schieramento della marina russa in vista delle annunciate esercitazioni tra Cipro e la costa siriana. L’ammiraglia della flotta russa del Mar Nero, l’incrociatore pesante lanciamissili Moskva, ha lasciato la base di Sebastopoli, Crimea, alla volta del Mediterraneo, dove al largo della coste siriane parteciperà a esercitazioni navali con l’incrociatore Smetlivy e la nave d’assalto anfibio Saratov. Una dimostrazione di forza per spingere verso un negoziato di pace che salvaguardi l’influenza russa con una trasizione soft verso un regime monopolizzato dagli alawiti che consenta all’Occidente di aiutarlo in funzione anti Stato islamico senza compromettersi con Assad.
Resto del Carlino