“Bombe sui tagliagole in Siria” Parigi alza i caccia contro l’Isis

isisHollande: ma Assad deve lasciare. Anche Londra pronta i raid

LA FRANCIA ha deciso: è pronta a effettuare raid aerei contro l’Isis. Lo ha annunciato ieri in una conferenza all’Eliseo il presidente Hollande, che ha precisato di aver ordinato al ministro della difesa Jean-Yves Le Drian di lanciare subito, già a partire da questa mattina, voli di ricognizione sul territorio siriano.
Un annuncio nella stessa direzione è venuto, ieri, dal primo ministro britannico David Cameron: anche la Gran Bretagna, ha detto, è pronta a colpire i terroristi dello Stato Islamico. Anzi, lo ha già fatto con un primo attacco realizzato il 21 agosto scorso da un drone della Royal Air Force: «Ho dato il via libera alla Raf affinché effettuasse un attacco aereo di precisione contro un veicolo che viaggiava nell’area di Raqqa, in Siria, con a bordo tre combattenti dello Stato islamico, due quali britannici. Tutti e tre sono stati uccisi. Era un’azione di autodifesa del tutto legale», ha dichiarato Cameron alla Camera dei Comuni.
Le cose dunque si muovono sul fronte della guerra all’Isis. E come già avvenne nel 2011 con i primi raid lanciati contro il dittatore libico Gheddafi, anche questa volta troviamo in prima fila Inghilterra e Francia (ma all’epoca c’era Sarkozy all’Eliseo). I Mirage 2000 e i Rafale dell’aviazione francese, che già partecipano a operazioni contro l’Isis in Iraq nel quadro della coalizione internazionale guidata dagli Usa, interverranno da stamane in Siria. In un primo tempo si limiteranno a voli di ricognizione che «ci permetteranno di valutare la situazione per decidere se procedere ai raid, preservando la nostra autonomia di azione e decisione. Vogliamo sapere quello che si prepara in Siria contro di noi e contro il popolo siriano. A seconda delle operazione che raccoglieremo, saremo pronti a bombardare», dice Hollande. Che cosa lo ha indotto questa decisione lo ha spiegato lo stesso presidente: «Ci sono immagini che colpiscono brutalmente la nostra coscienza: penso in particolare a quella del piccolo Aylan Kurdi, il bambino trovato morto su una spiaggia in Turchia, ma anche al massacro evitato per miracolo sul treno Thalys e alla distruzione dei siti archeologici di Palmira. Alla radice di questi mostruosi avvenimenti ci sono la guerra in Siria e l’espansione dello Stato Islamico, che costringe alla fuga migliaia e migliaia di famiglie, un esodo storico di rifugiati che l’Europa si trova a fronteggiare».

FRANÇOIS Hollande ha per il momento escluso un intervento di truppe a terra, considerato «irrealistico e incoerente», ma ha tenuto a ricordare che la Francia, impegnata militarmente nel Sahel, nel Centrafrica e in Iraq, dispone già di basi operative nel Qatar e avrebbe la capacità di organizzare attacchi a terra. Per quanto riguarda il presidente siriano Bashar Assad, ha detto: «Dovrà lasciare il potere in un momento o in un altro della transizione. Ad ogni modo noi non faremo niente che possa consolidarlo». Hollande ha detto che il Parlamento sarà informato e consultato. A sua volta il premier Cameron ha ribadito che un eventuale intervento britannico in Siria dovrà ottenere il consenso parlamentare. I due militanti britannici uccisi dal drone della RAF sono Reyaad Khan, un 21enne di Cardiff noto per alcuni video prodotti dall’Isis, e Ruhul Amin. Un terzo jihadista britannico, Junai Hussain, è stato invece ucciso in Siria nel corso di un’operazione americana.

FFonte: RESTO DEL CARLINO