
Sono gli eredi del Partito Radicale, i continuatori ideali delle battaglie per i diritti civili. Ma su +Europa ora si abbatte una sentenza che ne azzera di fatto gli organi dirigenti, accusati proprio di avere violato i diritti degli iscritti. Tra le violazioni più macroscopiche: avere tenuto segreti gli elenchi dei tesserati, e convocare in fretta e furia il congresso che nel luglio scorso ha confermato al potere Benedetto Della Vedova, pupillo della fondatrice Emma Bonino, oggi sottosegretario agli Esteri nel governo Draghi. É la seconda volta in poco tempo, dopo le sentenze dei giudici di Napoli sul Movimento 5 Stelle, che la magistratura viene chiamata a fare luce sulle dinamiche interne di un partito e sul rispetto – o non rispetto – delle regole democratiche interne.
Del malessere interno al partito erano arrivati recentemente diversi segnali: dalla fuoriuscita di Marco Cappato, brillante protagonista delle battaglie sull’eutanasia, al passaggio di parte della esigua rappresentanza in Parlamento nelle fila di Azione!, il raggruppamento di Carlo Calenda. Fin dall’inizio, uno dei temi sollevati dalla minoranza era la scarsa trasparenza dei tesseramenti, contestata già quando tra i leader di +Europa c’era l’ex democristiano Bruno Tabacci. Quando Tabacci ha mollato il partito per andare a appoggiare il governo Conte 2 la gestione del tesseramento non ha cessato di venire contestata. «Abbiamo assistito a scene di un’altra epoca – racconta uno degli oppositori, l’avvocato trentino Alexander Schuster – compresi pullman di iscritti sconosciuti che arrivavano a votare. In Sicilia nello stesso giorno 570 persone si sono iscritte al partito nello stesso ufficio postale».
Un primo gruppo di militanti aveva chiesto al tribunale di Roma l’annullamento delle assemblee e del congresso dell’anno scorso, ma avevano poi raggiunto un accordo con Della Vedova. Schuster e Elvis Colla invece hanno scelto di andare avanti e due giorni fa la sedicesima sezione civile del tribunale di Roma accoglie il ricorso d’urgenza e azzera assemblee e congresso. Nel ricorso i contestatori avevano affermato che la «negazione sistematica» degli elenchi degli iscritti rende di fatto +Europa una associazione segreta: e come tale proibita dalla legge.
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