Gas e petrolio condizionano l’andamento dei mercati europei. L’Opec+ ha deciso di tagliare la produzione di petrolio di 100.000 barili al giorno il mese prossimo per stabilizzare il mercato, ritornando così sui livelli di agosto. Lo riferiscono i delegati, secondo quanti scrive Bloomberg.
Le Borse europee proseguono quindi pesanti dopo la decisione dell’Opec+ di tagliare la produzione di petrolio di 100.000 barili al giorno. L’indice d’area stoxx 600 cede l’1,1%. In netta flessione Francoforte (-2,5%), Milano (-2,3%), Parigi (-1,7%) e Madrid (-1,5%). Contiene il calo Londra (-0,4%). Sui listini pesano le auto (-2,4%), l’informatica e le banche (-2%). Male anche le utility (-1,6%). Corre il comparto azionario dell’energia (+2,3%) con il prezzo del petrolio in risalita. Il Wti sale del 3,4% a 89,88 dollari al barile e il brent a 96,44 dollari (+3,7%).
Il prezzo del gas scende rispetto all’avvio di seduta. Ad Amsterdam le quotazioni si attestano a 251 euro al megawattora (275 euro a inizio giornata), con un aumento del 17,4% rispetto alla chiusura di venerdì.Il rischio di una recessione europea, a causa di una carenza di energia durante l’inverno in un contesto di corsa dei prezzi e stretta monetaria, pesa sull’euro, che è scivolato fino a 0,98 sul dollaro segnando nuovi minimi dal 2002, per poi recuperare un po’ di terreno (-0,2% a 0,993) Gli indicatori pmi di agosto non confortano, con Germania ed Eurozona che restano in una fase di contrazione.
In forte rialzo il petrolio (+2,7% a 89,2 dollari il wti e +2,9% a 95,7 dollari il brent) in vista del taglio alla produzione dei Paesi dell’Opec+, che intendono difendere le alte quotazioni del greggio. In tensione anche i titoli di Stato con lo spread Btp-Bund che si allarga di 7 punti a quota 237 e il rendimento del decennale italiano che cresce di 11 punti al 3,93%, in un contesto di vendite generalizzate sui bond dell’Eurozona, in vista della riunione della Bce di giovedì. A Piazza Affari scivolano Interpump (-4,4%), Pirelli (-3,9%), Campari (-3,7%), Unicredit (-3,6%), Stellantis (3,6%), Tim e Bper (-3,5%) mentre si muovono in controtendenza Tenaris (+1,1%) ed Eni (+0,5%), con gli energetici che – complice l’andamento del petrolio – sono l’unico comparto positivo in Europa.
La guerra del gas detta l’agenda dei leader, dalle bollette al nucleare
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è arrivato a sorpresa in Algeria per una visita di lavoro. Lo ha riferito una fonte governativa algerina all’ANSA precisando che Michel è stato ricevuto all’aeroporto “Houari Boumediene” di Algeri dal premier algerino Aymene Ben Abderrahmene e da componenti del suo esecutivo. Si prevede che il presidente dell’Ue discuta con funzionari ed alti esponenti algerini, incluso il presidente Abdelmadjid Tebboune, di varie questioni tra cui l’energia e la fornitura all’Europa di quantità aggiuntive di gas, riferisce la fonte.
Le scorte di gas dell’Unione Europea sono salite nel corso dell’ultima settimana all’81,55% della capacità di stoccaggio. I dati del Gie (Gas Infrastructure Europe) indicano, alla data di sabato scorso, un riempimento dell’85,55% degli stoccaggi in Germania e dell’83,74% di quelli in Italia. “Sugli stoccaggi abbiamo raggiunto un livello di riempimento che oggi è intorno all’83,5%, ci mancano ancora un miliardo e duecento milioni di metri cubi per arrivare all’obiettivo del 90%”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Snam Stefano Venier, nel corso di un’intervista a Rai News 24 in occasione di Gastech 2022″Ovviamente, se riusciremo a riempire un po’ di più sarà certamente un contributo aggiuntivo, non solo alla sicurezza per l’inverno, ma anche per avere una maggiore flessibilità nel rispondere alla volatilità della fornitura dalla Russia”, ha aggiunto Venier. “Il dato è positivo, avevamo programmato di raggiungere un certo livello alla fine di agosto e lo abbiamo esattamente conseguito come da programmi”.
Prevale il segno rosso sulle Borse asiatiche, che scontano gli effetti della crisi energetica e sono appesantite dalla possibile limitazione, oggetto di valutazione da parte dell’amministrazione americana, degli investimenti Usa nelle società tecnologiche cinesi. Tokyo ha perso lo 0,1%, Seul lo 0,2% mentre Sydney ha chiuso in rialzo dello 0,3%. Soffre invece Hong Kong, in calo dell’1,3%, mentre Shanghai arretra dello 0,1% e Shenzhen dello 0,7%. In forte ribasso i future sull’Europa, che paga l’impennata del prezzo del gas (+23,4% a 275 euro) scatenata dalla prolungata chiusura del Nord Stream: quelli su Francoforte cedono il 2,9%, quelli su Milano il 2,5% e quelli su Londra il 2,2%. L’euro intanto ritocca i minimi da vent’anni sul dollaro, scendendo sotto quota 0,99. In una giornata che vedrà la chiusura di Wall Street per il Labour Day gli occhi degli investitori sono puntati anche sulla riunione dell’Opec+, che potrebbe decidere di tagliare la produzione di petrolio (il wti sale del 2,1% a 88,7 dollari) allo scopo di sostenere i prezzi.

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