Botte al figlio perché gay, c’è aggravante discriminazione

(ANSA) – MILANO, 19 DIC – Padre e madre sono stati condannati
dal Tribunale di Milano per minacce e botte nei confronti del
figlio 15enne che aveva appena rivelato loro la propria
omosessualità. I reati contestati sono lesioni personali (per il
padre) e omissione di soccorso (per la madre) con l’aggravante
di aver agito con “fini di discriminazione” per motivi di
orientamento sessuale o di identità di genere.
    Il ragazzo, vittima in passato dei bulli, era arrivato a
compiere atti di autolesionismo come tagliarsi la pelle o
ingerire sostanze tossiche. Un giorno ha deciso di rivelare il
proprio orientamento sessuale ai genitori – di nazionalità
egiziana – che lo hanno sgridato e il padre anche picchiato. Per
il giudice Luca Milani, che ha accolto la richiesta del pm
Antonio Cristillo, “è fondata la contestazione dell’aggravante
della discriminazione legata all’orientamento sessuale”, perché “l’aggressione perpetrata dal padre è stata nitidamente ispirata
da sentimenti di odio verso l’autonomia manifestata dal minore
sulle proprie scelte di genere”. E la madre, “nella propria
posizione di garanzia, appunto in quanto madre, aveva l’obbligo
giuridico di impedire le lesioni” e invece “nulla ha fatto”. Il
giudice ha condanno la donna a un anno e il marito a 2. (ANSA).
   


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