Voglio dire bravo Di Maio adesso che ha perso.
Che ha perso tutto.
Gli è’ andata male per fare una cosa buona.
Questo è quello che penso.
In Italia succede spesso. È sempre successo.
Quando Di Maio faceva stupidaggini era esaltato dalla stampa e dagli elettori. Dagli italiani. Da noi.
Quando saliva sui balconi per abolire la povertà con lo champagne, le televisioni se lo litigavano.
C’era la corsa a fargli fare monologhi.
La stampa libera.
Quando, con l’accetta, decapitava il Parlamento, tagliava le teste dei politici, scorreva il sangue, la stampa lo amava.
Un italiano su tre lo votava.
Poi ha rotto con il pagliaccio Grillo e con il buffo( manca una “ne”) Conte, l’avvocato milionario che “ama il popolo”, direbbe Gaber, che volevano fare cadere Draghi, riuscendoci poi, regalandoci il vuoto politico, durante una delle più grandi crisi di sempre, e viene punito.
Finito. Decapitato . Sbertucciato.
Chi ci ha regalato il vuoto viene premiato, Di Maio impalato.
Bene la pena è congrua per quello che ha fatto prima.
Però, comunque, quello che ha fatto per gli albanesi è stato fatto bene.
Sono d’accordo con Feltri.
Tanto bene che adesso sarà seppellito vivo da qualche procuratore della repubblica, con la gran cassa della stampa.
Che passerà dal monologo di Di Maio al coro contro Di Maio.
Nulla di nuovo.
Post scrictum
Di Maio mi ha scritto per ringraziare.
Ha apprezzato l’elogio, accettando le critiche.
Apprezzo anche io.