Bravo Fontana!
Alemanno è in carcere per il reato presunto di “traffico di influenza”, reato comico e tragico.
Avrebbe sollecitato il pagamento di una fattura alla cooperativa rossa di Salvatore Buzzi, allora gran capo rispettato da tutti, della Lega delle cooperative di Roma.
Poi diventato il grande capo di “mafia capitale”, poi non più mafia per giudizio di altri giudici che hanno smentito la Procura.
Poi il grande Procuratore smentito, dopo aver consegnato al mondo l’immagine di Roma capitale della mafia e’ diventato capo della giustizia vaticana.
Dalla terra al cielo per meriti divini.
Ecco, dicevo, Salvatore Buzzi, una storia opposta a quella di Gianni Alemanno, ha più volte dichiarato, anche a me, che questo “favore” di Alemanno non c’è mai stato, che questa fattura per la quale il Comune era in grande ritardo, non gli è stata pagata per un intervento di Alemanno, che anzi aveva dato direttive diverse, per recuperare i ritardi di pagamenti.
E infatti la fattura è stata pagata più tardi dei ritardi.
Perché di questo stiamo parlando di fatture pagate in ritardo.
Ecco per questa cosa Alemanno è in un carcere sovraffollato a oltre 40 gradi. Da 180 giorni.
E si batte, come è giusto che sia, per sé stesso e per gli altri detenuti. Che vivono in condizioni disumane.
Certo, è entrato in carcere perché ha fatto una sciocchezza, ha partecipato ad una iniziativa politica infrangendo le prescrizioni cautelari. Non era rientrato a casa in tempo. Una sciocchezza. Le iniziative politiche ultime di Alemanno mi sembrano anche più sciocche, col Rizzo dei comunisti italiani o giù di lì.
Ma questo, per me, non conta nulla.
Alemanno non deve stare lì.
Come non devono stare lì in tanti.
E tutti, tutti, non in quelle condizioni disumane.
Sergio Pizzolante