Breaking News. Processo Felicia Bidica. Testimonianza di Ilenia Lanci: ”sporco’ di feci l’anziana e la colpì violentemente sulla testa con un catino”. Mi disse poi: ”Te l’ho fatta pagare” e non superai il corso.

ospedaleQuesta mattina è iniziato il processo a Felicia Bidica, la 29enne di origine rumena residente a Faetano e sposata con un sammarinese. L’operatore socio sanitario è accusata di maltrattamenti continuati agli anziani dell’Unità operativa complessa Assistenza Residenziale Anziani dell’Istituto per la sicurezza sociale (U.O.C.), cioè la casa di riposo di Cailungo.

Ha testimoniato Ilenia Lanci questa mattina, che prestando il giuramento di rito, che ha dichiarato:

Sono stata sentita il 19 gennaio 2015 dal giudice inquirente al quale ho dichiarato che nel corso del 2014 ho effettuato il tirocinio nella casa di riposo di Cailungo. L’ho fatto con altre tirocinanti ma mai assieme alle altre. Durante l’orario di pranzo sono andata con Diana (Felicia Bidica) per assistere al caso, di un’anziana che aveva evacuato nel pannolone e che doveva essere cambiata. La Bidica avrebbe pronunciato in quell’occasione: ”Che schifo che hai fatto” e dopo avrebbe prelevato, indossando un guanto, le feci dell’anziana, le avrebbe strofinate sul corpo dell’ultraottantenne, e non contenta anche sui vestiti di quest’ultima. Infine avrebbe sbattuto un catino di plastica senza acqua sulla testa e forte sulla testa. L’anziana si mise a piangere ed era terrorizzata e mi disse perchè mi merito questo che cosa ho fatto? 

A domanda dell’Avvocato della difesa avv. Rossano Fabbri, la Lanci risponde che l’azione di Dana con cui ha sporcato di feci l’ospite era volontario. Dall’osservazione del gesto della Dana – dice la Lanci – si capisce che non può essere stato un errore.

Io mi arrabbiai – dice la Lanci – e le dissi, alla Dana, se era questo quello che dovevo imparare! Lei prese il catino e se ne andò via e mi disse: ”ora pensaci tu a lei e di non dire a nessuno quello che era successo”.

Dopo un po’ di tempo ho incontrato Dana e mi disse: ”te l’ho fatta pagare” e si è messa a ridere, non ho capito subito cosa volesse dire poi ho ricevuto la telefonata della Direttrice del corso l’infermiera Stefanelli che mi informava che non avevo superato il mio tirocinio per quella prova. Non ho capito perchè la Bidica me lo avesse detto, e non ho mai avuto litigi con lei. Non so nemmeno dove abita, non ho mai avuto nessun rapporto con lei, conclude la Ileana Lanci.

Ricevetti una telefonata dell’Infermiera Stefanelli, Direttrice del Corso di Formazione, nella quale mi disse che non avevo superato il tirocinio. Mi disse:‘Hai avuto esito negativo”. Io me ne andai sconsolata. Poi non riuscii a stare zitta perchè il mio lavoro mi piace così presi coraggio e raccontai quanto accaduto quel giorno nella stanza della casa di riposo. Lo feci ad una lezione di psicologia successiva alla ricezione della telefonata. L’esito negativo di cui ho riferito riguardava una prova ma non il corso complessivo. Dopo aver interrotto le prestazioni in tirocinio pratico abbiamo continuato ad andare in ospedale per le lezione teoriche. Alla fine del corso del corso sono risultata idonea anche se ora pulisco le camere degli alberghi perchè non mi hanno più chiamato dato che non c’è richiesta di OSS. Non ho più rivisto Felicia Bidica.

Raccontai l’episodio di fronte a tutta la classe nell’ambito di una lezione di psicologia, della Prof.Luana Stacchini. Non feci nomi, ma appena dissi queste cose anche altri corsisti quali Catia, Angela, Alicia e Daniel parlarono di altri episodi sempre della Dana. Il nome venne fuori durante la stessa lezione, ed altri corsisti sentirono. Non ricordo se prima della lezioni altri corsisti dissero qualcosa al riguardo. 

Ero scioccata quando la Dana fece quello che fece con l’anziana. La Bidica mi disse, in tono minaccioso, che non dovevo dire niente a nessuno di questo episodio e che non doveva mettere in discussione il suo lavoro. Questo non è stato l’unico intervento che ho effettuato con lei; in altri si è comportata sempre bene. Raccontai del fatto, prima della lezione di psicologia, al mio convivente quanto era accaduto. 

Devo confermare che in precedenza ed in più occasioni lavorai con Bidica e sempre si comportò come gli altri operatori, cioè in modo identico. Quando ho detto che non sempre gli operatori non hanno un adeguato tatto non mi sono riferita in particolare a lei, è una mia osservazione con la quale volevo dire che non sempre c’è una empatia sufficiente. Preciso che penso di essere una persona affettuosa e che nel momento in cui la vocazione del lavoro cessa occorrerebbe prenderne atto e mutare occupazione. 

Commissario Felici: ”Lei dice che ha visto che Diana dopo aver aperto il pannolone ha preso le feci e le ha prese con un guanto ed ha sporcato di escrementi l’anziana paziente?

Si, Sul lato sul corpo sul fianco e la gamba dal ginocchio al fianco. Poi l’ha ripulita e l’ha cambiata. Io restai solo per rivestirla. Anche il pannolone era stato applicato da Bidica.

Come era vestita la signora anziana? 

Con un pantaloni e maglia.

Lei ha dichiarato che una volta colpita violentemente con il catino vuoto, senza acqua, l’anziana si mise a piangere. 

Si, la situazione è stata imbarazzante. L’anziana era in grado di capire quanto accadeva e l’inappropriatezza della situazione. Non ricordo che qualcuno venisse a trovarla, di parenti o altri. Ho parlato di questi fatti anche con Marco Cervellini, che è un Tutor. Per qualsiasi necessità dovevamo riferire a lui e così feci. A Cervellini non ho detto che la Bidica aveva fatto questo, ma ho solo detto lui che non si operava in maniera corretta. Da Cervellini andai il giorno stesso, e lo incontrai lungo il corridoio. 

Gli anziani – dice la Lanci – sono soli ed i parenti non vengono quasi mai a trovarli. La loro famiglia è la casa di riposo.

 

Il processo continua con altri testimoni.