Brescia. “In ospedale mi stanno trascurando”. L’sms della mamma morta con il feto

madre brescia muoreQUATTRO CASI in pochissimi giorni: il ministro della Salute ha istituito una task force di ispettori per fare piena chiarezza sui decessi di donne in sala parto a Verona, Torino, Bassano del Grappa e Brescia. Saranno inviati fisicamente in ciascuno dei nosocomi uniti da un filo nero agghiacciante. Anna Massignan aveva 34 anni, Angela Nesta 39, Marta Lazzarin 35 e infine Giovanna Lazzari 30: quattro donne morte in modo quasi identico cui si aggiunge una 23enne di Foggia, al nono mese, arrivata morta in ospedale lo scorso 29 dicembre: in questo caso la figlia è stata salvata. È sconvolto Roberto Coppini, il compagno di Giovanna, commessa: la coppia residente nel Bresciano, a Rezzato, si stava preparando per festeggiare la nascita del loro terzo figlio, una bambina. «Una tragedia nella tragedia – racconta con gli occhi gonfi dalle lacrime –. In poche ore ho perso una figlia e una mamma speciale».
È la notte del 30 quando la donna arriva all’ospedale Civile: ha febbre alta e dolori addominali. Mancano due settimane al termine. Viene tenuta sotto monitoraggio tutta la notte e l’inimmaginabie arriva la mattina del 31 quando viene sottoposta al taglio cesareo: il feto è morto e la donna stessa poco dopo perderà la vita.

«QUANDO era ricoverata – racconta Coppini – mi ha mandato un messaggio in cui lamentava poca attenzione nei suoi confronti. Fa rabbia, bisogna fare chiarezza». Anche su questo aspetto lavoreranno gli ispettori del ministero e la procura di Brescia che ha immediatamente aperto un fascicolo disponendo la doppia autopsia e il sequestro delle cartelle cliniche. L’esame autoptico è stato svolto ieri mattina: all’ospedale di Verona per garantire il principio di terzietà. Appena pronti, i risultati arriveranno nelle mani del pm Ambrogio Cassiani titolare dell’inchiesta. L’azienda ospedaliera difende il proprio operato: «Siamo molto addolorati e vicinissimi alle famiglie – è il commento di Ezio Belleri, direttore degli Spedali Civili –. I medici hanno fatto tutto quello che potevano fare, è stato un evento imprevedibile. Le cause del decesso della bambina e della madre sono ancora da chiarire, ma posso affermare che c’era un’infezione in atto».
Secondo una prima ipotesi si sarebbe verificato il distacco totale della placenta che ha causato un’emorragia. In ospedale è stata avviata anche un’indagine interna che possa verificare e cristallizzare tutti i passaggi effettuati dall’arrivo in pronto soccorso al decesso. «Mi sento comunque assolutamente di escludere – continua Belleri – che a Brescia, ma penso anche negli altri ospedali dove in questi giorni si sono verificati decessi in sala parto, ci sia un legame tra quanto accaduto e l’organizzazione del lavoro durante le festività. La nostra struttura funziona a pieno regime 365 giorni all’anno, non c’è stata nessuna riduzione in termini di organico in questo periodo dell’anno». E ancora: «C’è da dire che da noi nascono 3.700 bambini all’anno, io sono qui da 8 anni e non è mai successa una cosa del genere. In questa unità operativa abbiamo procedure standardizzate, molto rigorose. Siamo il quinto centro d’Italia per numero di nascite, c’è certamente una gestione di grande esperienza».

Resto del Carlino