Sfuma il rimbalzo delle Borse europee dopo il venerdì nero della Brexit costato all’indice milanese un calo del 12%, il peggior ribasso nella storia del listino. L’indice guida Ftse Mib, dopo un avvio positivo, torna in territorio negativo e arriva a perdere il 2%. In calo anche gli altri listini continentali, contrastati in avvio. Positiva invece Madrid, dopo il voto di domenica che ha visto la vittoria dei popolari ma senza una maggioranza di governo e l’arretramento di Podemos.
Apertura in forte calo per Wall Street col Dow Jones che scivola di oltre 150 punti perdendo l’1,10% e il Nasdaq che cede l’1,09%. Male anche l’indice S%P500 che perde l’1,03%.
La Borsa di Milano peggiora con l’avvio in discesa di Wall Street, mentre affondano le banche. Raffica di sospensioni, l’Ftse Mib perde il 4,15%. Mps sospesa cede il 12,7% teorico, Mediobanca va giù del 12,5%, Intesa dell’11,8%, Azimut sospesa perde il 10,1%, Yoox lascia il 10,3%
Ancora in calo la sterlina, dopo il tracollo di venerdì. La divisa britannica è scesa a quota 1,31 contro il dollaro, ai minimi da oltre 30 anni. Il cambio vale ora 1,3155 dollari, con un ribasso del 3,83%.
Resta in crescita l’oro (+0,57% a 1.327 dollari l’oncia), considerato un bene rifugio in momenti di crisi.
Il Dj Stoxx 600, l’indice che sintetizza l’andamento dei 600 principali titoli del Vecchio Continente, cede il 2,48%. Londra perde l’1,3%, Parigi l’1,4% e Francoforte l’1,5% mentre limita le perdite Madrid (-0,7%). Milano ancora
una volta tra le peggiori cede oltre il 2%, preceduta solo da Stoccolma (-6%) e Helsinki (-5,4%), chiuse venerdì scorso, e da Dublino (-6,6%), contraria alla Brexit. A Londra crollano Rbs (-14%) e Barclays (-12,3%), oltre a Easy Jet (-19%).
Milano scivola ai minimi da luglio 2013, mentre da inizio anno il calo è superiore al 28%. Dopo una nuova ondata di congelamenti per troppo ribasso Mps cede l’11,67%, Intesa l’8,79% e Unicredit il 7,37%. In calo del 6,8% Bpm e Banco Popolare, mentre Ubi lascia sul campo oltre il 7% e Generali il 5,13%. In rialzo invece Eni (+1,81%), Enel (+1,22%) e Terna (+1,19%).
Risalgono invece i listini orientali, Tokyo chiude con un +2,39%, mentre Shanghai guadagna l’1,45%.
Il Messaggero.it