Brexit, GB al voto sul referendum. Europa col fiato sospeso

Brexit text with British and Eu flags illustration

“Leave” o “Remain”? Sono 46,5 milioni gli elettori britannici chiamati a rispondere oggi al referendum che determinerà il futuro del loro Paese in Europa. Ai seggi, che resteranno aperti dalle 7 alle 22 locali, rispettivamente le 8 e le 23 in Italia, è prevista un’affluenza molto alta, tra il 60 e l’80 per cento. Il risultato ufficiale sarà reso noto solo nove ore dopo, alle sette del mattino (le 8 italiane) di venerdì 24 giugno.

Nel frattempo gli ultimi sondaggi online pubblicati nella notte si dividono: per l’Istituto Opinium la Brexit sarebbe al 45%, il Remain al 44% mentre gli indecisi il 9%. Per TNS il 43% degli elettori sarebbe per lasciare la Ue, il 41% è contro l’uscita e ben il 16% è indeciso. Un altro sondaggio online su oltre 3.000 adulti ha prodotto invece un “parimerito statistico”, per Yougov il sì è avanti di un soffio, con il 51% contro il 49%, mentre il sondaggio ComRes indica otto punti di vantaggio per il no alla Brexit.

Ieri alla vigilia del voto si sono moltiplicati gli appelli al ‘Remain’, con l’estremo avvertimento di Jean-Claude Juncker al Regno Unito. “I politici e gli elettori britannici debbono sapere che non ci sarà alcun tipo di rinegoziazione”, ha sottolineato il presidente della Commissione Ue. “Abbiamo concluso un accordo con il primo ministro David Cameron, il quale ha ottenuto il massimo che poteva ricevere, così come noi abbiamo concesso il massimo che potevamo dare”. “Quindi – ha ribadito l’ex premier lussemburghese, a margine di un incontro con il neo-cancelliere austriaco Christian Kern – non ci sarà alcun tipo di rinegoziazione, né sull’accordo trovato in febbraio né per quanto riguarda la negoziazione di altri trattati. Chi è fuori è fuori”.

E per valutare gli effetti immediati del voto non appena si conosceranno i risultati, i leader delle istituzioni europee hanno già convocato un vertice ristretto per domani mattina a Bruxelles. Alle 10.30 a palazzo Berlaymont si incontreranno i presidenti della Commissione Juncker, della Ue Donald Tusk, dell’Europarlamento Martin Schulz e della presidenza di turno del Consiglio Ue Mark Rutte.

Dal canto suo David Cameron ha ribadito che intende restare al suo posto qualunque cosa succeda al referendum e ha spiegato di non essersi pentito della scelta di indire la consultazione: “Accetterò le indicazioni che mi avranno dato gli elettori e mi metterò al lavoro venerdì mattina per realizzarle”, ha detto. “Se restiamo – ha argomentato ancora il capo del governo in favore della permanenza nell’Unione Europea – avremo opportunità di lavoro, crescita, appartenenza al mercato unico”. Uscire dall’Unione – ha concluso – comporterebbe invece rischi per le famiglie, i posti di lavoro, la prosperità.

Ieri dalle pagine del Guardian anche il premier Matteo Renzi ha lanciato un appello esortando gli elettori inglesi a non fare “la scelta sbagliata”. “Visto dall’Italia, un voto per lasciare l’Europa non sarebbe un disastro, una tragedia o la fine del mondo per voi nel Regno Unito. Sarebbe peggio, perché sarebbe la scelta sbagliata. Sarebbe un errore del quale innanzitutto voi elettori paghereste il prezzo. Perché chi vuole davvero una Gran Bretagna piccola e isolata?”, ha rimarcato.

Sulla stessa linea il presidente francese Francois Hollande, per il quale, in caso di uscita dall’Ue, le conseguenze sarebbero “irreversibili” e il mancato accesso della Gran Bretagna al mercato unico europeo rappresenterebbe un grave rischio per Londra. Già nei giorni scorsi, Hollande aveva avvertito che un’eventuale Brexit avrebbe conseguenze sui rapporti bilaterali fra i due Paesi, compresa la gestione della frontiera a Calais, dove sono ammassati migranti e rifugiati che cercano di arrivare in Gran Bretagna.

Anche Angela Merkel si augura che la Gran Bretagna resti nell’Unione Europea. “Naturalmente spero che la Gran Bretagna rimanga nell’Ue, ma la decisione spetta ai cittadini britannici”, ha detto in una conferenza stampa.

Sul fronte contrario, ad esortare a votare con il cuore e a fare della giornata di oggi “l’independence day” britannico, è stato il capo dell’Ukip, Nigel Farage. In un intervento nel centro di Londra, il leader euroscettico ha puntato il dito contro l’Unione europea, definendola “cartello del grande business” che tarpa le ali all’economia del Regno Unito; e prevede la dissoluzione inarrestabile dell’Unione: “Anche se noi scegliessimo Remain, saranno la Danimarca o l’Olanda a votare per lasciare la Ue”.

COSA C’È DA SAPERE – Potranno votare tutti gli elettori che hanno diritto di voto nel Regno Unito e che risultano maggiorenni alla data del 23 giugno. La legge che ha istituito il referendum ha previsto che possano votare: i cittadini britannici e i cittadini irlandesi residenti nel Regno Unito; i cittadini del Commonwealth che hanno il permesso di soggiorno permanente nel Regno Unito; i cittadini britannici e i cittadini irlandesi nati in Irlanda del Nord che risiedono all’estero e che negli ultimi 15 anni sono stati iscritti negli elenchi elettorali. I cittadini dell’Unione Europea non hanno diritto di voto, a meno che non rientrino in una delle precedenti categorie.

Dopo la chiusura dei seggi alle 22, le urne contenenti le schede elettorali verranno portate nei 382 centri di spoglio (380 in Gran Bretagna, 1 in Irlanda del Nord e 1 a Gibilterra). Appena completato lo spoglio, ciascun centro dichiarerà l’esito del voto. Il risultato finale verrà annunciato dal Municipio di Manchester.

Adnkronos.com