Brexit, Gentiloni a Londra con May: “Negoziato sia amichevole e costruttivo”

Paolo Gentiloni vola a Londra per incontrare Theresa May a Downing Street. Al centro dei dolloqui, i dossier del momento: dal futuro dei rapporti fra Gran Bretagna e Ue alla luce del via libera ai negoziati sulla Brexit dato ieri dalla Camera dei Comuni; alle crisi del Medio Oriente (Siria, Iran, conflitto israelo-palestinese); alla questione dei migranti e della situazione nel Mediterraneo, con la Libia in primo piano; fino alla dialettica sui rapporti con la Russia, a livello Nato e non solo, anche sullo sfondo della novità rappresentata dalla presidenza di Donald Trump negli Usa. Il cui bando sull’immigrazione ai musulmani di sette specifici Paesi costringe la May, anche in questa occasione, a ribadire la sua contrarietà dopo l’iniziale e criticatissimo tentativo di restare neutrale. “Pensiamo che l’ordine esecutivo firmato dal presidente degli Stati Uniti sia stato sbagliato, fonte di divisione”.

Gentiloni, invece, parte dal percorso post-Brexit che “non sarà un negoziato semplice, sappiamo che dobbiamo affrontarlo, questo sarà l’atteggiamento dell’Italia, in modo amichevole e costruttivo, non abbiamo interesse a un negoziato distruttivo tra Europa e Regno Unito. Dobbiamo preservare l’unità dei 27 Paesi indirizzando l’unità nel migliore accordo possibile”. Quanto all’azione del proprio governo, il presidente del Consiglio ha parlato di “continuità e stabilità in un percorso di attuazione delle riforme che continua. Segnalo – ha aggiunto – che oggi è stato comunicato un risultato senza precedenti nella lotta all’evasione: 19 miliardi di proventi dalla lotta all’evasione. E che ieri è stato approvato al senato il dl sulle nostre banche”.

Evidentemente, ha ammesso Gentiloni, “non abbiamo accolto con gioia” la Brexit, “ma la rispettiamo. Noi siamo impegnati a rilanciare l’Unione europea, rilanciando anche la necessità di avere livelli diversi di integrazione”. Il presidente del Consiglio ha poi voluto rassicurare gli italiani che vivono e lavorano in Gran Bretagna: “I loro diritti saranno rispettati e saranno trattatti bene. Il Regno Unito non abbandona l’Europa”.

Anche perché, ha aggiunto Gentiloni, “la cooperazione economica tra i due Paesi è molto importante, nella fase che ci attende. Non solo per il negoziato tra Uk e Ue, ma anche per la fase che sta attraversando l’Italia di crescita e ripresa, anche se ancora lenta rispetto a quello che avremmo voluto, ma prosegue un percorso di riforme e attuazione delle riforme. Lavoriamo in continuità con quanto fatto negli ultimi tre anni e con un approccio di stabilità per quello che deve essere fatto. E’ molto importante la decisione che abbiamo preso di dare vita a incontri periodici tra i nostri due governi, tra i nostri due Paesi”. Inoltre, ha voluto sottolineare Gentiloni, “non ci rassegniamo a un contesto internazionale di chiusura (il protezionismo che ritorna negli Usa di Trump, ndr), lavoriamo invece a un contesto aperto. Certamente con il Regno Unito, ma anche a livello internazionale”.

Allargando il quadro all’economia dell’area Ue, ha aggiunto Gentiloni, “è presto per vedere gli effetti della Brexit sui mercati, ma l’Unione europea non è un microbo, dobbiamo guardare alle nostre potenzialità, la Ue può svolgere un ruolo crescente”.

Capitolo immigrazione. “Lavoreremo insieme alla stabilizzazione della Libia” ha assicurato Gentiloni, reduce dall’apprezzamento che alla “riunione informale” dei capi si Stato e di governo Ue a Malta ha ricevuto l’accordo stipulato da Roma con il governo libico di riconciliazione nazionale per fermare le partenze con un rafforzamento del controllo delle coste da parte delle forze di polizia del Paese nordafricano e la gestione del flusso migratorio in campi di accoglienza sul posto. Gentiloni ha anche annunciato che “domani, in Consiglio dei Ministri, il governo affronterà sul piano interno il tema di nuove norme sull’immigrazione”.

Ma “l’Italia – ha ribadito ancora una volta il presidente del Consiglio – ha bisogno di una strategia comune dell’Europa, nella quale il peso ai flussi migratori sia condiviso dai diversi Paesi europei. L’impegno dell’Italia è quello di spingere tutti a una comune responsabilità. Abbiamo già fatto molti passi avanti, ma non sono sufficienti. Cercheremo di fare meglio anche la nostra parte. All’inizio del 2015, non dieci anni fa, era difficile individuare una strategia europea comune sul tema migratorio. Credo che la prima agenda risalga all’aprile 2015. Da allora abbiamo fatto diversi passi avanti. Considero quello di Malta di qualche giorno fa un ulteriore passo avanti. Sono sufficienti questi passi avanti? No. Continueremo a spingere perché ci siano intese e responsabilità comuni”.

Da parte sua, Theresa May ha affermato che in Gran Bretagna “arriveranno altri 20mila rifugiati”. “Abbiamo dei programmi speciali per i bambini più vulnerabili che provengono dal Medio Oriente, dall’Africa e in particolare dalla Siria – ha aggiunto la premier – alcuni di loro saranno trasferiti dal Centro Europa nel Regno Unito per riunirsi con le loro famiglie.
La Gran Bretagna sta dando un significativo sostegno finanziario alla crisi umanitaria in Siria con 2,3 miliardi di sterline”.

Theresa May ha riconosciuto come all’Italia tocchi il ruolo di “primo destinatario” dei flussi migratori in Europa, “ma questo non vuol dire che sia solo un problema dell’Italia. E’ di tutti e dobbiamo lavorare insieme per trovare soluzioni” in grado di evitare ai rifugiati di “rischiare la vita in viaggi così pericolosi”. Anche la premier britannica ha evidenziato l’importanza di “un approccio complessivo” sul tema dell’immigrazione, come è emerso al vertice di Malta della settimana scorsa, approccio nel quale rientrano “gli accordi politici per stabilizzare la Libia”, stabilizzazione che “è fondamentale per l’Italia e per l’Europa intera per i flussi migratori e la lotta al terrorismo”. May ha quindi assicurato che “faremo tutto il possibile per proteggere donne e bambini dal traffico di esseri umani e sono grata alla presidenza italiana per aver posto per la prima volta” questo tema “nell’agenda del G7”.

E a proposito del G7 di Taormina, a Gentiloni viene chiesto sulla presenza al vertice del presidente russo Vladimir Putin. “Da parte della presidenza del G7 non c’è alcun invito a

Putin. C’è l’esigenza da parte di tutti noi, e l’Italia è di questo avviso, che mentre manteniamo fermi i principi con la Russia, manteniamo aperto il dialogo. Ma questo non ha a che fare con prospettive di invito che al momento mi paiono assolutamente irrealistiche”. Repubblica.it