Fra sette giorni il Regno Unito torna a essere un’isola, ancora da decidere un accordo commerciale e temi di comune interesse, dall’istruzione alla sicurezza. Londra potrebbe chiedere una proroga di un anno della fase di transizione. Ecco cosa cambia dal primo febbraio.
Tra una settimana il Regno Unito uscirà dall’Unione Europea e il conto alla rovescia è già cominciato. Dopo l’approvazione della Brexit da parte del parlamento britannico e la firma della regina Elisabetta che promulga il provvedimento, oggi hanno fatto altrettanto i presidenti della Commissione europea e del Consiglio europeo, Ursula von der Leyen e Charles Michel, firmando a loro volta l’intesa.

Non suonerà a festa la campana del Big Ben, come qualcuno voleva e come lo stesso Boris Johnson aveva un po’ scherzosamente ipotizzato in un primo momento, perché l’orologio della torre del parlamento è in via di restauro e sarebbe stato troppo costoso e complicato rimetterlo in moto.
Poco prima Johnson rivolgerà un appello al paese dalla tivù. Il tono lo ha già anticipato ieri, dopo il voto del parlamento di Westminster: “Abbiamo superato il traguardo della Brexit, ora possiamo lasciarci alle spalle le divisioni degli ultimi tre anni e marciare insieme verso un brillante futuro”. E il ministero per la Brexit rilascia un video che proclama: “La Brexit è fatta”.