Broker finanziario senza autorizzazioni movimenta 35 milioni Al via oggi processo d’appello: in 1° grado si prese 7 mesi

Broker finanziario irregolare, al via oggi il processo d’appello a San Marino. L’uomo, il 48enne laziale Massimo Peppe, è stato condannato nel giugno dello scorso anno a sette mesi di prigionia, per aver svolto l’attività di mediatore finanziario senza le necessarie autorizzazioni. In regime di totale libertà, era riuscito a movimentare fino a 35 milioni di euro. Udienza d’appello, oggi, di fronte al giudice David Brunelli che, molto probabilmente, si riserverà la decisione sulla sentenza di secondo grado: a lui, tre mesi di tempo per depositarla. Il giudice Roberto Battaglino l’ha condannato il 48enne anche a 5mila euro di multa e all’interdizione dall’esercizio delle cariche sociali per un anno e tre mesi. Concessi i benefici di legge e la non menzione nel casellario giudiziario. Il reato sarebbe emerso nel corso di un’ispezione di Banca Centrale in una banca sammarinese. Era l’aprile del 2009. L’imputato si è difeso chiarendo che per lui quegli affari non erano una vera e propria gestione del denaro, ma un’attività di consulenza. Eppure, il rinvio a giudizio firmato dal giudice Alberto Buriani parla di tutt’altro. A suo dire, l’uomo avrebbe “depositato in dossier e intestati fiduciariamente per circa 35 milioni di euro, percependo provvigioni per attività di intermediazione mobiliare commisurate in plusvalenze”. Insomma, una sorta di mediatore finanziario che operava in solitudine pur appoggiandosi sempre alla stessa banca, con sede sul Titano. Di più: con la banca pareva avere rapporti di stretta collaborazione. Agli inquirenti, risultano infatti telefonate che il 48enne di Formia – Latina – avrebbe fatto all’istituto di credito dettando “regole” su come investire e depositare le cospicue somme di denaro. E poi la questione dei terminali. L’imputato avrebbe usato per le operazioni il suo computer, segno per l’accusa che l’uo- mo avrebbe agito in autonomia. Ma per la difesa, ciò significherebbe tutt’altro: l’uso del proprio pc era determinato dal numero di terminali presenti in banca, solo due per le operazioni di vendita e acquisto di azioni su Wall Street. Pochi e lenti per la sua attività di consulenza. L’uomo era difeso dal legale Vincenzo Macari, domiciliato a San Marino presso il legale Chiara Benedettini.

San Marino Oggi