Brunetta: assumeremo chi ha diritto

”L’unica cosa da non fare e’ rinviare, fare altre moratorie, perche’ cosi’ le cattive volonta’ delle amministrazioni che non vogliono assumere vengono nascoste”. Lo ha detto il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, nel corso di un’audizione in Commissione Lavoro della Camera su precari regolarizzabili nella p.a.. Il problema del lavoro flessibile nelle amministrazioni pubbliche, ha sottolineato il ministro, ”si puo’ risolvere tranquillamente, fisiologicamente. Non c’e’ alcun allarme sociale”. In base al monitoraggio condotto dal ministero infatti, in Italia esistono 15.746 lavoratori flessibili in possesso dei requisiti per la regolarizzazione (tre anni di contratti a tempo determinato secondo la normativa Prodi-Nicolais). Di questi gli enti pubblici intendono regolarizzarne la stragrande maggioranza quasi 13.700. La dicotomia e’ un po’ piu’ forte in Sicilia, regione che gode di normative proprie: i precari stabilizzabili sono 18.521 e le amministrazioni intendono regolarizzarne 14.326. Ed e’ proprio su questa dicotomia, a livello nazionale e regionale, che ha insistito Brunetta: ”sarebbe bene che le amministrazioni si dessero una mossa per regolarizzare quanti sono regolarizzabili”. Il termine ultimo per la stabilizzazione dopo il quale i contratti dei lavoratori non saranno rinnovati (31 dicembre per la legge Prodi, 30 giugno per il ddl lavoro collegato alla Finanziaria ancora all’esame del Parlamento) ”ha senso per indurre gli enti interessati alla regolarizzazione. Perche’ – ha insistito il ministro – le amministrazioni non regolarizzano pur avendo le risorse e i posti in organico per farlo? L’unica cosa da non fare e’ pero’ rinviare per non nascondere le cattive volonta’ e l’opacita’ di certe amministrazioni”.

LA RIFORMA DELLE PENSIONI VA FATTA

La riforma delle pensioni va fatta, ”non ora ma va fatta”. Cosi’ il ministro della P.A., Renato Brunetta, ospite di Radio radicale, entra nel dibattito sull’opportunita’ o meno di mettere mabno alla riforma previdenziale. ”Le riforme che danno stress sociale molto probabilmente andrebbero posticipate – afferma Brunetta – Ma vanno fatte. E vanno fatte in modo razionale, non banale. In questo il ministro Tremonti ha ragione: applicare schemi nordici, di Paesi molto piu’ piccoli del nostro, non ha senso. La riforma Dini va bene, ma non e’ sufficiente. Riformare il licenziamento collettivo, lo statuto dei lavoratori, il contratto nazionale, serve. Lo dicevamo gia’ negli anni 80, lo proponeva lo stesso Gino Giugni negli anni 80”. ”In questa crisi la gestione degli ammortizzatori sociali ha funzionato, sta funzionando. Non c’e’ stato conflitto sociale, la poverta’ e’ in diminuzione, checche’ se ne dica”, ha aggiunto Brunetta. ”Il sistema insomma sta funzionando. Non dico e non ho mai detto che il nostro e’ il migliore dei sistemi. E aggiungo: usciamo dalla crisi, e mettiamo le mani ad esempio all’eta’ di pensionamento delle donne. Lo dico, l’ho detto e lo faro’, per quanto riguarda il pubblico impiego, che e’ di mia competenza, e non solo per una sentenza dell’Europa ma perche’ e’ una necessita’, anzitutto demografica”. fonte ansa

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