NON è una questione personale, è una questione di regole. A un’Italia che batte il pugno sul tavolo per banche e procedure d’infrazione, con il presidente dell’Abi (Associazione bancaria italiana) Antonio Patuelli che ieri su Qn ha chiesto lo stop all’egemonia tedesca, l’Europa risponde con durezza. «Ogni Stato membro dell’Ue deve rispettare la legislazione vigente», sostiene il capogruppo del Ppe in Parlamento europeo, Manfred Weber. Concetto non nuovo il suo, ma che in questi giorni assume un significato diverso. Perché è ribadito nel bel mezzo del braccio di ferro tra Italia e Europa, e perché si accompagna alle reazioni della Commissione Ue.
«La Commissione conduce tutte le sue indagini e prende tutte le sue decisioni in modo imparziale, sulla base dei fatti e della legge», mette in chiaro un portavoce dello stesso esecutivo comunitario, tornando sulla vicenda di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti. Italia e Europa al momento hanno visioni diverse della questione bancaria, della questione migrazione, del ruolo guida delle Germania. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha chiesto se ci sono «due standard» in Europa, e anche in questo caso l’Europa risponde.
«Da agosto – ricorda il portavoce della Commissione Ue – nuove regole si applicano per i giudizi della Commissione in tema di aiuti di Stato per le banche», regole che «sono state applicate in ogni Paesi europeo, in Italia come in Germania». Parole che nascondono appena i malumori per il comportamento italiano, con le festività natalizie quanto mai utili per glissare.
«Magari il dibattito prosegue in Italia, ma non a Bruxelles dove le istituzioni sono chiuse», taglia corto una fonte europea. «Non è stato detto già abbastanza?», reagisce un altro addetto ai lavori prima che qualcuno a Bruxelles ammetta che «il tono del dibattito rischia di non aiutare».
C’È POI la pubblicazione della lettera sulle quattro banche indirizzata a Padoan, che non è stata presa bene. «La Commissione è sempre in contatto con gli Stati membri, e questo lavoro è sempre riservato». Non piace come si sta comportando l’Italia, soprattutto nei modi. La destra europea e la Commissione replicano, tra i socialisti il tedesco Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, non entra nel merito del confronto, ma fonti comunitarie fanno notare che su temi quali banche ed energia dirige un Parlamento che è più vicino a sentimenti italiani che non tedeschi. Anche se Schulz, in occasione dell’ultimo vertice dei leader europei, ha chiesto sia agli Stati membri di fare di più per prendersi i migranti sia l’attivazione degli hotspot. Perché questo è previsto dai patti, che ha sottoscritto anche l’Italia.
La Repubblica