Bruxelles. Blitz a Berlino, arresti in Moschee

arresti moscheaDOPO CINQUE giorni di massima allerta, il Belgio ha deciso di ridurre il livello di allarme a capitale Bruxelles, portandolo da 4 a 3. Una buona notizia però in contrasto con le operazioni condotte nel Paese, dove ieri nuove perquisizioni sono state condotte in parti diverse del regno, comunque centro nevralgico della rete del terrore. Lo dimostra il sequestro di armi operato della Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle dogane di Trieste. È stato fermato un carico non autorizzato di 781 fucili a pompa modello Winchester SXP da 12-51 centimetri, 66 fucili a pompa Winchester SXP da 12-41 e 15 calci di fucile proveniente dalla Turchia e diretto in Belgio, Paesi Bassi e Germania.
Proprio in Germania le forze speciali della polizia hanno fatto irruzione in due moschee a Charlottenburg e Neukoelln, quartieri di Berlino, arrestando due persone, di 28 e 46 anni, sospettate di stare progettando attacchi nel Paese. Le forze di polizia hanno perquisito l’auto dei sospettati, senza trovare né armi né esplosvi.

ARMI sono state cercate anche in Belgio nell’operazione di ieri ad Auvelais, frazione della cittadina di Sambreville, a metà strada tra la capitale della Vallonia, Namur, e Charleroi, sede del terzo aeroporto del Belgio. Perquisizioni sono state compiute anche a Verviers, nella provincia di Liegi, già luogo di operazioni anti terrorismo a gennaio dopo gli attacchi alla redazione di Charlie Hebdo. Il sindaco di Verviers, Muriel Targnion, ha ammesso di essere stato avvertito solo pochi minuti prima dell’avvio delle operazioni, e non sono state fornite spiegazioni ulteriori. La procura federale ha poi fatto sapere che si è trattato di un’operazione condotta nell’ambito degli attacchi di Parigi, e in nessuna delle due operazioni sono stati emessi arresti né trovate armi. Per il primo ministro belga Charles Michel «la minaccia di attentati resta seria, ma non è più così imminente». Da qui la decisione di abbassare il livello di allerta a Bruxelles, dove sempre nella giornata di ieri la moschea di Schuman, a poca distanza dalla Commissione europea, è stata evacuata per paura della presenza di antrace, rivelatasi poi farina. Il clima a Bruxelles resta teso, ma emerge un sistema di sicurezza belga forse poco all’altezza della situazione. I risultati prodotti finora sono pochi, le ultime dichiarazioni di Michel sul rischio non più imminente erano state precedute da quelle, contrastanti, del suo ministro degli Esteri Didier Reynders, che aveva parlato di dieci terroristi armati presenti su suolo belga.

E POI l’intelligence. Secondo una fonte del Comune di Molenbeek, coperta da anoninato, i nomi degli attentatori che hanno colpito a Parigi sarebbero stati già da giugno in una lista, stilata dai servizi segreti del Belgio, di 85 persone considerate «radicalizzate» che però non avrebbe fornito alla autorità francesi. Nella lista c’erano i nomi di Brahim Abdeslam, uno dei kamikaze presenti a Parigi il 13 novembre, e fratello di Salah, ancora ricercato, e quello di Mohamed Abrini, l’autista di Salah Abdeslam. L’uomo al voltante della Renault Clio usata per commettere gli attentati. È tra il dubbio di falle nei sistemi di sicurezza che il Belgio che ha deciso di ridurre il livello di allerta, a pochi giorni dal vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue, in programma domenica.

DA OGGI oggi riprenderà a funzionare regolarmente l’intera rete della metro di Bruxelles, con la riaperture delle altre 34 stazioni rimaste chiuse. Sempre oggi si riunisce il consiglio comunale per decidere se organizzare il tradizionale mercato natalizio cittadino.

Il Corriere della Sera