
Si infiamma la polemica sul nuovo Codice degli appalti, voluto dal ministro Matteo Salvini, dopo l’intervista rilasciata a Repubblica da Giuseppe Busia, presidente dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione. Busia chiede al governo di mettere mano al Codice per effettuare le modifiche necessarie, a suo dire, a evitare sistemi corruttivi. In particolare, il presidente dell’Anac dice di vedere il rischio per gli appalti sotto i 5 milioni di euro che, con le nuove regole, possono essere affidati senza avviso di gara pubblico. Parole che, fanno sapere dagli ambienti della Lega, non sono state gradite perché pregiudizievoli nei confronti degli enti locali.
La domanda del giornalista del quotidiano diretto da Maurizio Molinari è chiara, perché viene chiesto a Busia se “teme che i Comuni affidino i lavori all’amico dell’amico“. Si fa, quindi, esplicito riferimento agli enti locali e, sul punto, il tecnico sembra avere le idee molto chiare, vedendo il rischio “per gli affidamenti diretti sotto i 140 mila euro, dall’acquisto delle sedie ai lavori per imbiancare la scuola. Potrebbero essere chiamate le persone più vicine al dirigente, al sindaco o all’assessore. E ridurre la trasparenza aumenta i rischi corruttivi, specie ora che le risorse sono tante“.
Parole pesanti da parte di Busia, che hanno causato l’alzata di scudi da parte della Lega per tramite di Stefano Locatelli. Il responsabile degli enti pubblici del partito ha definito come “gravi, inqualificabili e disinformate” le dichiarazioni del presidente dell’Anac, parlando in difesa dei tanti amministratori pubblici del nostro territorio. “Se parla così di migliaia di sindaci e pensa che siano tutti corrotti, non può stare più in quel ruolo“, prosegue Locatelli, ipotizzando la presenza di un pregiudizio grave che lo renderebbe inadeguato al ruolo che ricopre. “Ha dei compiti di controllo, invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile“, ha concluso l’esponente leghista.
A Locatelli hanno fatto eco anche i deputati della Lega in commissione Ambiente, Gianpiero Zinzi, Alessandro Benvenuto, Gianangelo Bof, Elisa Montemagni e Graziano Pizzimenti, che in una nota hanno stigmatizzato le parole del presidente dell’Anac. “La Lega ha piena fiducia negli amministratori locali, a differenza del presidente di Anac che li considera evidentemente corrotti e corruttibili. Busia prima di sparare a zero sui sindaci e sul Codice Salvini dovrebbe ragionare su quale sia il futuro che vuole per l’Italia. Noi vogliamo efficienza e sburocratizzazione per un Paese veloce, non ci sono dubbi“, scrivono gli esponenti del Carroccio.
In difesa di Busia è intervenuto Francesco Boccia, neoeletto presidente dei senatori del Pd da Elly Schlein: “Troviamo molto gravi gli attacchi che gli esponenti della Lega rivolgono al residente dell’Autorità nazionale anticorruzione. La colpa di Busia è solo quella di denunciare con forza le criticità del nuovo codice appalti. Dietro la richiesta della velocizzazione si nasconde l’abbassamento della qualità dei lavori e il rischio sempre più forte di infiltrazioni ancora più massicce della criminalità organizzata. La destra sappia che le preoccupazioni di Busia sono le nostre“.
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