Un copione scandito a memoria, con disinvoltura anche nelle virgole, ‘recitato’ tra gli otto e i dodici minuti in un tappeto di una cinquantina di colpi esplosi tra kalashnikov e fucili a pompa. Ciascuno sapeva cosa fare, come muoversi; tutto memorizzato per il commando di una dozzina di professionisti che ha colpito nel tardo pomeriggio di lunedì sulla A14, direzione nord, nello spazio di quattro chilometri tra i caselli di Valle Rubicone e Cesena.
Il blitz è scattato su tre autovetture poi bruciate dai banditi per non lasciare tracce, per non dare vantaggi agli inquirenti. Così è stato assaltato infatti il furgone portavalori della Civis Augustus partito dalla sede riminese e con fine corsa previsto alla Battistolli di Cesena, alla Pioppa, dove il tesoro di tre milioni di euro sarebbe stato depositato nel caveau. Ma i banditi (guanti, incappucciati, armi lunghe) si sono dovuti accontentare di un sacco solo, da 600mila euro. L’unico che sono riusciti ad arraffare dopo aver assaltato il furgone portavalori (a bordo tre guardie) crivellandolo di colpi. Complessivamente una cinquantina, compresi quelli esplosi contro il blindato della scorta (due vigilantes).
Le tre guardie del portavalori sono rimaste rintanate, non hanno ceduto alle minacce di chi voleva farle uscire a ogni costo, i super vetri hanno provvidenzialmente retto al fuoco mentre i malviventi salendo poi sul tetto l’hanno tagliato con il flessibile. Ma è scattato lo ‘spuma block’, una schiuma che solidifica il denaro. Infatti si sono impossessati di un sacco solo, tre milioni invece sarebbe stato il malloppo a bordo.
Un piano intepretato con disinvoltura da un commando dalle mosse paramilitari dove l’accento italiano secondo alcune testimonianze si mescolava a quello dell’Est Europa. Tutti però sicuri, convinti, poche parole, molti fatti e grilletto facile contro i due